Ultima modifica 2 Settembre 2016
Per educare un bambino al cibo si passa attraverso varie fasi che cambiano a seconda dell’età.
Prima di tutto c’è il momento dell’allattamento e li diciamo che la “scelta” è nelle mani della mamma: allattamento naturale o artificiale?
Poi arrivati ai 6 mesi di vita circa inizia una nuova fase che per la mamma può essere impegnativa ma di grande conquista per il bambino e cioè lo svezzamento: si iniziano ad introdurre i vari cibi sotto forma di omogeneizzato o passato per aumentare via via la consistenza man mano che il bambino cresce e i denti aumentano.
La prima grossa conquista per un bambino avviene quando è in grado di mangiare i primi cibi in maniera autonoma e con primi cibi intendo crosta del pane o del formaggio, verdure dure (carote o finocchi) che solitamente la mamma da in mano al bambino perché oltre a “sfamarlo” aiutano i dentini a tagliare le gengive.
Ma la vera conquista si ha dopo l’anno quando il bambino può praticamente mangiare tutto (avendo sempre alcune accortezze tipo non aggiungere sale, evitare il cioccolato o cibi troppo elaborati…) il che vuol dire portarlo a poco a poco ad essere sempre più autonomo anche dal punto di vista alimentare.
Ovviamente in questa prima fase essere autonomo non vorrà dire mangiare da solo ma avere una maggiore varietà di cibi da provare.
Mia figlia ha 15 mesi e giorno dopo giorno le “concedo” un po’ di autonomia in più che tradotto vuol dire niente più pappine, si a verdure tritate ma non più passate come facevo i primi mesi, pezzi di carne o pesce un po’ più grossi e via dicendo.
A queste accortezze alimentari ogni tanto aggiungo un “pezzo di autonomia” che per lei vuol dire avere un piatto davanti a se dove da sola può prendere il contenuto.
Se si sceglie di agire in questo modo però si deve cercare di essere il più pazienti possibile perché le volte in cui quel piatto cadrà per terra nel corso della cena non si conteranno sulle dita di una mano!
Laura Zampella