Ultima modifica 20 Aprile 2015
Una scritta passa sotto i monitor in stazione: Charlie Hebdo – Parigi, sparano 12 morti.
Che significa? Che cosa è successo?
Il trafiletto era, a dir poco, tutto tranne che esaustivo.
Dava per scontato che tutti conoscessero chi o che cosa fosse Charlie Hebdo chi aveva sparato e a chi?
Un gruppetto di persone vicino a me si chiedeva: Hebdo chi era costui? Mai sentito, rispondevano altri, e poi, nel treno che mi portava a Milano la discussione divenne generale.
Chi era stato ucciso e perché? Una rapina o che altro?
Una notizia data così schematicamente, forse per l’urgenza di informare………..di informare chi?
Certo chi conosceva il giornale, chi, come me, ama i giornali satirici, quando non sconfinano nell’insulto gratuito e partigiano, aveva una qualche idea del possibile movente e degli autori della sparatoria che ho confidato al consesso e, devo dire che le mie parole sono state accolte con una certa incredulità sino a che qualcuno legge la notizia, un po’ più dettagliata, su un pc.
C’è sgomento sul volto di molti, c’ è una qualche paura, ora è accaduto in Francia, potrebbero arrivare anche da noi?
Roma è da tempo nel centro del mirino, almeno così dicono i membri dell’ Isis, vogliono conquistare i sette colli, istallarsi in Vaticano, con le armi, con il terrorismo? Invadendoci?
E sperano in risposte significative, in provvedimenti di salvaguardia, qualcuno sorride ironicamente ci ammaniranno le solite frasi, le solite parole di condanna, di rassicurazione, ma fatti?
Qui la risposta è unanime: nessuno.
Ieri, oggi e forse domani la notizia sarà in prima pagina, si sprecheranno i talk, saranno ascoltati pareri diversi di politici e di tuttologi, di giornalisti e di scrittori, qualcuno scenderà nelle strade ad ascoltare e diffondere i pareri della gente comune, ma………………quanto durerà questa attenzione?
E, soprattutto, quali provvedimenti saranno presi a difesa di tutti?
Forse, anzi quasi sicuramente, saranno rafforzate le scorte ai potenti di turno, magari ne sarà allargato anche il numero, ma chi penserà alla gente comune?
C’è già qualcuno che sottintende che il direttore di Hebdo, anche lui tra le vittime, se lo sia un po’ cercato, sia stato imprudente a permettere la pubblicazione di tante vignette, di tante frasi satiriche riferite all’islam e, qualcuno ricorda le parole dette dallo stesso in un intervista concessa poco tempo fa: preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio.
Altri che sottolineano che, anche da noi fino a poco tempo fa la bestemmia era un reato e che esiste ancora il reato di vilipendio nel confronti del capo dello stato e ancora persone che pensano che la libertà di stampa dovrebbe avere dei limiti e, forse, stare attenta alle diverse sensibilità di chi si colpisce.
Certo è che adire le vie legali è un discorso, armarsi e uccidere chi ha idee diverse dalle nostre è un altro.
Da noi esiste il monito nessuno uccida Caino e, in effetti, le attenzioni e le giustificazioni sono soprattutto per i carnefici, le vittime passano sempre in secondo piano e molti tacciano di richieste di vendetta quando, invece, si tratta di semplici richieste di giustizia, ma tant’è.
Il nostro ministro degli interni afferma che nessuno può escludere che anche in Italia possano, in futuro, avvenire episodi di terrorismo, ma rassicura che non ci sono notizie ne avvertimenti e che comunque sono stati presi tutti i provvedimenti del caso.
Perché i servizi francesi avevano avuto notizia dell’ attentato? I 12 morti sono frutto di una disattenzione?
Certo c’è forse la massima allerta, ma contro chi e di che?
Questi che ci portano il terrorismo in casa possono essere scoperti e fermati?
E, soprattutto chi sono?
Urlano Hallah è grande, ma sono realmente seguaci del Corano o ne fanno una lettura a loro uso e consumo?
Sono seguaci ciechi di un principe avido di potere o sono perfettamente consapevoli di quello che fanno?
Dio ha deciso, l’ora è venuta sono le parole colte al volo tra la gente di fede musulmana, parole di una persona soltanto, ma inquietanti, molto inquietanti, significa che qualcuno c’è anche tra noi.
La libertè serà toujour plus fort que la barbarie!
Sono parole al vento, vere per alcuni, ma ignote ad altri, ma non si risolvono con un conflitto tra le religioni, ne tra i sistemi politici, ne tra le culture, si potrà però riuscire a colloquiare con tutti?
Abbiamo applaudito la primavera araba, senza pensare a che avrebbe portato, ci ricordiamo delle torri americane, ma, forse, abbiamo dimenticato i morti in Spagna ed in Inghilterra!
I musulmani non abitano più solo in medio oriente ora sono tra noi, così detti occidentali, e sono sempre di più, ne arrivano ogni giorno sulle nostre coste, chiedono asilo e aiuto, dicono di fuggire le atrocità perpetuate nel loro paese, chiedono accoglienza, ma alcuni, molti, di noi hanno qualche perplessità, alcuni francamente paura, hanno, abbiamo tutti i torti?
Speriamo bene, ma è solo speranza, basata………….basata sul nulla.