Ultima modifica 20 Aprile 2015
La scorsa settimana si è aperto l’anno giudiziario con la sfilata delle toghe rosse bordate di ermellini, nelle sale rutilanti di luci e addobbate di fiori, con carabinieri e poliziotti chi in alta uniforme chi, ed in gran numero, con le armi imbracciate vedi Palermo, a difesa di coloro che sono nel mirino della mafia..
Hanno speso parole di autocelebrazione nei loro discorsi ufficiali, parole incensanti l’attività, il ruolo della magistratura e di condanna del mondo politico.
Nemmeno una parola sulle loro carenze e sui loro errori.
Pensano forse di esserne immuni?
Pensano forse che quel concorso vinto e che li ha insediati sui loro scranni abbia regalato loro doni di infallibilità e immunità?
Questo basterebbe ad indicarne la pochezza, la mancanza di critica anche davanti all’evidenza, anche davanti alle inverosimili, ingiustificate ed ingiustificabili lunghezze e farraginosità dell’operato di molti, dei tempi lentissimi della giustizia da loro amministrata.
Loro non se ne attribuiscono alcuna colpa, anzi, sono le leggi, il potere legislativo e quello esecutivo i veri responsabili della malagiustizia e di tutti i problemi che la affliggono, loro non hanno responsabilità, nemmeno parziali, loro, dicono, di subire gli effetti della cattiva politica.
Ma guai se questa, in applicazione della nostra Costituzione, si azzarda a proporre, a tentare di sbrogliarne la matassa!
Subito alzano alte grida, sbandierano i loro diritti, la loro indipendenza, la volontà non solo di autogestione, ma di essere i suggeritori delle norme, senza alcun riguardo al dettato costituzionale al quale per altri versi pretendono che la politica si attenga.
Ma non basta, non solo questo è il motivo per cui credo che non siano affatto diversi da quei politici da loro, e da noi, tanto vituperati.
In questi anni di crisi, di richiesta di sacrifici al popolo comune loro non ne hanno fatto alcuni, anzi se ne sono sottratti, hanno preteso di esserne esentati.
Non sono forse alcuni di loro che si sono rivolti alla Corte Costituzionale per invalidare quel piccolo prelievo del 5% sui loro lauti guadagni?
Lo hanno fatto certi della solidarietà della Corte stessa, in quanto anche i suoi membri avrebbero visto i loro emolumenti ridotti!
E la Corte non ha avuto titubanze, ha dichiarato incostituzionale quel prelievo, ma poteva decidere?
Non si trattava di un palese caso di conflitto di interesse?
Non si sono fermati davanti alla contingenza, non hanno espresso solidarietà, ma ha prevalso il loro egoismo, i loro guadagni non si toccano e che tutto vada in malora, o no?
E ancora: c’era proprio bisogno di celebrare con sfarzo e spese l’apertura dell’anno giudiziario?
Non potevano, dando prova di capire i bisogni italiani, rinunciare a quelle cerimonie, vuote di vero significato, e risparmiare denaro pubblico?
Scusate, loro sono troppo al di sopra delle meschinità umane, loro non ci hanno neppure pensato!!!!
E poi, cosa sono per loro quei pochi spiccioli spesi per quelle cerimonie?
Per loro sono solo gocce e, goccia dopo goccia il buco del debito pubblico si allarga a dismisura.
Ma nessuno se ne preoccupa, sembrava più importante chiedersi chi avrebbe fatto le funzioni del Presidente dimissionario, chi avrebbe occupato il suo scranno!
Qualcuno pensava davvero che questa quisquilia, questa pinzillacchera avrebbe tolto il sonno agli italiani?
Qualcuno ci ammonisce per aver perso la speranza?
Ma chi ne è il colpevole?