Ultima modifica 2 Settembre 2016
Ma dopo che un bambino pronuncia le sue prime parole (mamma, papà, pappa), quando inizierà a parlare veramente?
La mia esperienza di mamma mi dice che non c’è un momento preciso, ogni bambino è a se, nel senso che inizia a parlare nel momento in cui si sente pronto, non esiste una data o un’età precisa per aggiungere parole al vocabolario.
Ma questo forse non è un pensiero comune.
Come per tutte le fasi della vita di un bambino c’è sempre qualcuno, in famiglia o un estraneo, che si permette di chiederti se non ti sembra strano che a 18 mesi o a 20 mesi tuo figlio continui a scuotere il capo al posto di dire no, o si , che non dica ciao ma muova la manina per salutare, che abbia imparato a dire nonna ma non sappia ancora dire il nome della sorellina ma solo un nomignolo e via dicendo.
Ecco con la prima figlia tutto questo mi innervosiva molto, mi chiedevo sempre perché la gente non si facesse gli affari propri.
Quando si diventa bis mamme invece le cose si vedono diversamente, su molte cose si chiude un occhio, su molte altre invece si impara ad aprire la bocca e soprattutto davanti a certi commenti stupidi si impara a rispondere e a far capire all’altro che quello che sta dicendo è una scemenza.
Se si digita su Google: “quando un bambino inizia a parlare” si possono trovare indicate quelle che si possono definire “tappe standard”:
- a 6 mesi emette i primi suoni
- a 1 anno pronuncia poche e semplici parole
- a 18 mesi il numero di parole che sa pronunciare aumenta
- a 2 anni inizia a mettere insieme alcune parole per dare un senso compiuto a quello che sta dicendo
- a 3 anni dovrebbe aver compiuto il suo percorso nello sviluppo del linguaggio (o almeno essere vicino al completamento).
Però è anche vero che i bambini sono tali e non sono computer e che ogni caso è a se, per cui se un bambino a 6 mesi non ha ancora detto mamma o papà non vuol dire che abbia dei problemi legati al linguaggio o all’udito, magari il suo sviluppo è un pochino più lento rispetto alla media e lo stesso vale per le altre “tappe”.
Per imparare a parlare un bambino deve essere stimolato il più possibile, gli adulti devono cercare di parlare spesso con i bambini piccoli e molto spesso lo stimolo più efficace è dato dalla presenza di fratelli più grandi, perché se è vero che il bambino piccolo tende ad imitare gli adulti, i fratelli in genere sono i soggetti maggiormente imitati (nel bene e nel male!). Ma anche leggere dei libri può essere un valido stimolo perché le parole che il bambino sente sono molte e spesso diverse da quelle che sente abitualmente pronunciare dai genitori.
Quindi prima di pensare di avere un bambino con dei problemi di linguaggio, secondo me, è necessario fermarsi un attimo, analizzare bene la propria situazione e non essere fiscali sul raggiungimento di una tappa di sviluppo del linguaggio, proprio perché ci si sta rapportando a bambini e non a robot che vengono programmati per eseguire un compito, il bambino è tale proprio perché è unico.
Laura Zampella