Ultima modifica 20 Aprile 2015
Fin’ora avevo creduto che solo tra gli appartenenti alla 3^ e 4^ età esistessero persone che non sapessero usare computer, iPad et similia.
Pensavo che le nuove generazioni fossero composte solo da nativi digitali, ma non è vero!
Una ricerca dell’ Ipsos per conto di Save the Children presenta una situazione molto diversa, almeno in Italia.
L’11,5 % dei nostri adolescenti (11 – 17 anni) non vive connesso, anzi non conosce il mondo digitale.
Sono, quindi, ben 452.000 i disconnessi digitali, sparsi su tutto il territorio nazionale anche se le percentuali maggiori si riscontrano nel sud e nelle isole.
È chiaro che nessuno se ne vanta, perché la causa di questo non conoscenza è precipua nelle famiglie che vivono in condizioni economiche disastrose (22,7%) o con risorse decisamente limitate (14,2%).
Come vivono questi ragazzi, quali prospettive hanno davanti a loro, vivono forse una vita totalmente differente da quelli oggi chiamati nativi digitali?
Quasi tutti i genitori italiani si vantano delle capacità dei propri figli, inneggiano a chi, ancor prima di gattonare, smanetta abilmente sullo smartphone o si fa un selfie in pose improbabili, vanno addirittura in visibilio davanti ad un piccolissimo che twitta con gli amici utilizzando il tablet della madre non appena questa lo abbandona, distratta da qualcosa.
Siamo, sono, tutti convinti che i piccoli geni (tutti) avranno una vita piena, interconnessa e viva utilizzando i siti social, infatti già a 12 anni il 39% dei piccoli è iscritto a Facebook, ma la percentuale si riferisce a quelli che dichiarano la loro età, poiché il 32 % dichiara di averne 18, la metà di loro conosce le leggi sulla privacy, ma le bypassa tranquillamente.
Nelle famiglie abbienti è estremamente raro trovare adolescenti disconnessi, ma, in questo caso, si tratta di famiglie di tipo radical. Scic, quelle che, per intenderci, si fanno un punto d’onore di evitare qualsiasi contaminazione tecnologica, quelle che fino ai primi anni 2000 dichiaravano, con orgoglio, di non guardare mai la TV, quegli stessi che oggi, storcono il naso davanti ad un social che affermano di non conoscere, di disdegnare, preferendo alla sommaria cultura della rete quella, dicono loro, più formativa e solida approfondita sui libri.
Saranno anche colti, ma non si rendono conto che preparano un ben triste destino ai loro figli che, al pari di quelli che non si possono permettere, per motivi economici di accostarsi al mondo digitale, li confina un un passato culturale, condannati a vivere in un limbo, eremiti in un mondo sempre più connesso, sempre più digitale, vivere come trogloditi in un mondo moderno.