Ultima modifica 20 Aprile 2015
Dopo aver rottamato le parole mamma e papà sostituendole con genitore 1 e 2, i soloni del politically correct hanno deciso di mandare in soffitta le favole.
Non perché narrino le vicende di ricchi principi azzurri e di bellissime principesse, nossignori, perché sono racconti bigotti.
Bigotti perché non narrano anche di gay e e di lesbiche, ma di maschi e femmine che, alla fine vivono felici e contenti.
Non intendono chiederne la modifica, le vogliono abolire, le vogliono far dimenticare, cancellare e per sempre perché descrivono un mondo non vero, un mondo irreale, un mondo fantastico, ma, e soprattutto, perché nelle stesse non c’è la più piccola traccia delle diversità di genere.
Perché questo adesso li preoccupa, insegnare fin dalla più tenera età che esistono le diversità di genere e che queste hanno pieno diritto di cittadinanza, il che è vero, ma si deve contestualmente annullare tutto quello che, venendo dal passato, non ne parla?
E che fare di tutti quei libri nei quali non si trova traccia di lesbiche e gay?
Dobbiamo mandarli tutti al rogo?
Dobbiamo innalzare nel centro delle piazze delle nostre città grandi falò dove gettare i nostri libri politicamente non corretti?
Cancelliamo il nostro passato con un colpo di spugna?
Dobbiamo dimenticare, far sparire dalla nostra memoria le fiabe che ci hanno accompagnato nei primi anni della nostra vita?
Non dobbiamo parlare ai nostri figli e nipoti di quei momenti felici quando, noi bambini, accoccolati nel grembo dei nostri nonni, ascoltavamo, rapiti, le loro storie per non contaminarli da vicende politicamente non corrette?
Dimentichiamo, aboliamo le vecchie favole, che, pur terminando con un e vivevano per sempre felici e contenti non erano storie sempre felici, anzi!
Sovente narravano di peripezie, angherie, vere e proprie tragedie che erano faticosamente superate dai protagonisti con determinazione, lavoro, onestà e bontà, contenevano, sempre, un monito, ci dicevano che con la volontà, il lavoro, la dedizione si potevano sempre superare i problemi, ci spronavano, sotto, sotto, a non arrenderci mai, a combattere contro le avversità, sempre.
E oggi di quella determinazione, di quel non arrendersi ne avremmo tanto, ma tanto bisogno!
Ma, purtroppo, le favole parlano di uomini e donne e non di altri generi trasversali, perciò devono essere abolite, cancellate dalla memoria, in nome……. In nome di un politically correct essenzialmente stupido.