Ultima modifica 26 Gennaio 2016

E’ stato presentato in Campidoglio, nei giorni scorsi questo nuovo progetto dal Sindaco Marino: “Una città a misura di bambine e bambini”.

roma misura di bambino

Si tratta di un progetto che ambisce ad aprire nuovi spazi ai bambini e di intensificare e migliorare quelli che già esistono: “Un primo importante passo affinché i bambini siano i primi cittadini di Roma”.
La prima tappa di questo percorso è domenica 25 maggio, in cui sono in previsione molte iniziative volte a coinvolgere i più piccoli in tante attività a loro misura e dedicate espressamente a loro.

Di conseguenza, il focus di Ignazio Marino sembrerebbe essere proprio quello della famiglia.

Sembra una lodevole iniziativa, almeno sulla carta, che apprezziamo e condividiamo in pieno.
Staremo a vedere se questo progetto è all’altezza delle aspettative di tutti, oppure se si tratta di puro fumo gettato negli occhi dei cittadini, che andrà scemando, oppure se si alimenterà man mano.

Ma riflettiamo.

Cosa serve a Roma per diventare veramente a misura di bambino?

A volte, oltre a pensare alle ludoteche, oltre ad aprire teatri e musei ai bambini (cosa decisamente importante e che condividiamo in pieno, visto anche l’interesse e l’impegno che noi per prime mettiamo nel diffondere e nel partecipare ad iniziative che già esistono e che difficilmente riescono ad andare avanti autonomamente), sarebbe anche il caso di pensare prima e meglio alla scuola, seconda casa dei bambini.

Roma a misura di bambino: utopia?

La scuola non è un semplice accessorio, non è un fatto secondario, per definire Roma una città a misura di bambine e bambini, non bisogna soltanto pensare agli eventi ludici e che allietano il tempo libero, che, per carità, vanno benissimo.
Pensiamo agli asili nido, pensiamo alla scuola dell’infanzia e oltre.
Pensiamo alle condizioni in cui i nostri figli trascorrono la gran parte della loro giornata, molto spesso in aule fatiscenti, in palestre putride e in teatri inesistenti.

Pensiamo agli insegnanti, che andrebbero considerati per quel che sono e per quel che fanno.
Pensiamo alla sorveglianza, alla sicurezza di molte zone.
Sarebbe anche il caso di pensare ai servizi a latere: mense, trasporto pubblico, pulizia.

Sarebbe il caso di istituire degli spazi per i parcheggi famigliari e di farli rispettare.

Ci sono i fondi per iniziative lodevolissime, per incontri al bioparco, nei musei, eccetera? E perchè i fondi alle scuole vengono tagliati in maniera vergognosa?

Pensiamo a rendere vivibile e a portata di tutti una città, la nostra città, non soltanto nei weekend, ma nella vita di tutti i giorni. Allora sì che Roma diventerebbe una città a misura di bambine e bambini. A misura di famiglia.

Ci rivolgiamo al Sindaco, che sembra essere così attento e sensibile all’argomento “città a misura di bambine e bambini”: Carissimo sindaco, pensare una scuola a misura di bambine e bambini, a questo punto, non dovrebbe avere priorità massima in questo progetto?

Micaela

Mamma di 3 piccole belve: Miriam, Melania e Massimo. Moglie di Marco. Meravigliosamente innamorata della vita. Social addicted e inguaribile ottimista.

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