Ultima modifica 31 Marzo 2015

Paolo e Paola sono entrambi istruttori di nuoto e genitori di due splendidi bambini : Martina di 5 anni e Simone di 3. La loro specialità è quella di occuparsi dei corsi per l’ambientamento all’acqua dei bambini e dei più piccolini in piscina. Ho pensato a loro poiché, nel loro doppio ruolo di genitore-insegnante, possono aiutarci a fare delle riflessioni approfondite sul tema della piscina per i bambini.

La paura per l’acqua

Fu galeotta una virata in acqua di qualche anno fa; da allora i due nostri amici si sono innamorati, hanno messo su famiglia ed oggi insegnano insieme con amore e passione in piscina. Paolo mi racconta della sua traumatica prima esperienza con l’acqua: a 4 anni infatti, mentre frequenta un centro estivo dell’epoca, viene letteralmente lanciato in piscina senza alcuna accortezza. Questo evento lo segnerà. La costanza del papà, che decise poi di iscriverlo ad un corso di nuoto, gli consentirà di superare per sempre quella paura spaventosa che oramai lo aveva invaso. Paolo ora ce lo racconta col sorriso, ma alle prime lezioni di nuoto non si riusciva di farlo partecipare, rimaneva aggrappato al papà, e tirava, tirava forte.

Ma la paura finalmente passa, e Paolo si appassiona al nuoto seguendo poi quello che è il percorso che lo porterà a diventare istruttore riconosciuto dalla federazione italiana nuoto. L’esperienza, vissuta in prima persona, della paura per l’acqua, diventa per Paolo un tema assai caro ed a cui dedicarsi fortemente nell’ambito della sua attività di insegnante di nuoto.

Avvicinare i bambini all’acqua

boy swimming underwater

Importantissimo è il primo approccio all’acqua. I bambini molto piccoli devono potersi divertire, trovarsi a loro agio e giocare. Paolo e Paola gestiscono un corso di Ambientamento all’acqua per bimbi di età compresa tra i 3 ed i 5 anni e lo fanno con occhio davvero esperto. Stare in acqua senza paura: questo è l’obiettivo del corso.

1)Il bimbo deve essere libero di esprimere la propria personalità e la sua spontaneità deve poter essere valorizzata.

2)Occorre porre l’attenzione alle attitudini di ogni bimbo e costruire una relazione personalizzata con ciascuno dei piccolini: c’è il bimbo più autonomo e giocherellone, c’è quello che osa meno, c’è e quello più timido, per ognuno di loro è necessario trovare la giusta modalità di comunicazione per raggiungere un grado di miglioramento che sia anche continuativo.

Il segreto di un bravo istruttore

Paola, quando ancora non era mamma, era solita documentarsi per raccogliere quante più informazioni possibili sui cartoni animati della tv, distinguendoli addirittura per fascia di età. Informazioni importanti quindi, per entrare in sintonia con il bambino, per farlo sorridere, per farlo sentire sempre a suo agio, per fargli percepire una vera e piena accoglienza. E così, nella piscina dove lavorano i nostri due amici, troviamo principesse, winks e tutta una serie di mini super eroi che attraversano fieri le corsie! Ora Paola non deve più studiare, è mamma e conosce giochi e cartoni di tutte le varietà. Paola è sempre sorridente, ha sviluppato un senso quasi materno nei confronti dei “suoi” piccolini. Li coccola e tutti vogliono stare con lei. In piscina, i bambini sembra quasi che si arrampichino su Paola pur di starle vicino.

I genitori possono aiutare i figli cosi

Spesso siamo noi genitori a determinare quella che è la reazione dei nostri figli all’acqua, possiamo essere davvero invasivi. I nostri bimbi percepiscono le nostre ansie, le nostre aspettative, le nostre paure con il rischio di farle proprie.

Consigli ai genitori

In alcuni casi Paolo mi racconta di quanto sia dannoso l’intervento continuo di quei genitori che, in buona fede, da bordo piscina impartiscono indicazioni, fanno domande, pretendono quasi di fare loro stessi da insegnanti di nuoto.

Altra considerazione rilevante: la paura non si sviluppa di fronte a qualcosa che si conosce già. Così i bimbi appena nati, se fin da subito vengono messi nella condizione di vivere un contatto frequente con l’acqua, mantengono quell’”acquaticità” che hanno acquisito durante i nove mesi nel grembo materno. Possiamo definirla una condizione di mantenimento del ricordo.

Per le neomamme

babynuoto roma

E allora neo-mamme: il suggerimento potrebbe essere quello di fare il bagnetto insieme al vostro bambino già dall’epoca in cui cade il cordone ombelicale, oppure ancora: quello di frequentare quei corsi di acquaticità che ci sono oramai in tutte le piscine e che consentono alle mamme ed ai papà di fare il bagno insieme ai propri neonati .

Il primo corso: Bambini e acquaticità

Una vera e propria età per cominciare ad essere autonomi in acqua possiamo individuarla a partire dai tre anni, non prima. A tre anni infatti è possibile far divertire il bimbo anche “ad una certa distanza” dal genitore. Martina la figlia di Paolo e Paola ha 5 anni e nuota da quando ne ha 3. Possiamo definirla “acquatica” da sempre! E’ un pesciolino! E’ cresciuta in acqua e con due genitori istruttori non poteva che essere altrimenti.

Ho chiesto a Paolo e Paola se e come sia cambiato il loro modo di essere insegnanti nel momento in cui sono diventati genitori. Con sorpresa scopro che nulla è cambiato. La passione per l’insegnamento ai piccoli è qualcosa che si ha e non muta con le circostanze; queste sono state le parole espresse da entrambi. Avere a che fare con i bambini è gratificante, è passione pura ma è anche un lavoro di responsabilità grande.

A tale proposito entrambi mettono in evidenza che, nonostante l’insegnamento ai piccoli richieda un impegno ed una responsabilità di gran lunga superiore rispetto alla gestione dei corsi tenuti per gli adulti, la remunerazione è pressoché identica! Martina si trova spesso a fare lezione con il papà e Paolo sa come impostare la lezione senza lasciare la possibilità alla figlia di approfittarsene. Martina è infatti considerata alla pari degli altri, e non è privilegiata per aver il papà vicino anzi… Paolo ha definito delle regole ben precise ed è la stessa Martina a comportarsi in maniera diversa quando ci sono gli altri bimbi a fare lezione insieme a lei. Tutto questo ci consente di misurare le capacità di un istruttore come Paolo che in questa situazione specifica è perfettamente in grado di gestire la propria professionalità. Spero di essere riuscita, attraverso le parole dei nostri amici, nel fornire qualche spunto in più rispetto a tutte le valutazioni che in genere facciamo quando noi mamme parliamo di nuoto e di piscina per bambini piccoli!

Grazie a Paola Massaro e Paolo Petrini per l’intervista!

Lavoro in una publishing company, adoro il mestiere impossibile di mamma in una città impossibile come Roma dove ogni iniziativa è una sfida. Amo condividere pensieri e parole

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