Ultima modifica 5 Giugno 2016

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Oggi è stata approvata in Consiglio comunale la delibera sugli Orti Urbani, spazi verdi da dare in comodato d’uso gratuito ai cittadini per coltivarli, ed è un segnale positivo per il futuro sostenibile di Roma. Ne abbiamo appunto parlato ieri al Pigneto, al Trabant, invitate a partecipare a Urban Food, spazio aperto di alimentazione sana, il primo incontro tra diverse realtà associative, sociali ed editoriali che si occupano di cibo in ottica green a Roma per trovare nuove vie e creare nuove alleanze per diffondere un approccio consapevole al cibo, al suo consumo critico e come questo possa integrarsi a una visione più umana della città.

Abbiamo scoperto attività e azioni sul nostro territorio che ci hanno colpito e stimolato a proseguire in questa direzione, e che vogliamo condividere con noi.

 

Noi siamo quello che mangiamo

La vita frenetica di città spesso e anche volentieri ci porta a consumare i pasti senza pensare a cosa mangiamo e parlo anche di me stessa, capita infatti di preparare velocemente dei wurstel confezionati per i miei bambini e per me ad esempio.

So che esiste una filiera del cibo diversa dalla grande distribuzione, che sicuramente mi garantirebbe alimenti naturali e non alterati da sostanze chimiche o da conservanti, è difficile o forse è solamente complicato fare mente locale per organizzare il mio frigorifero in maniera diversa, più sana.

Ieri ho capito che il vero problema è culturale, è sociale. Esiste una prospettiva migliore di vivere il cibo e la città: sfruttare gli spazi rurali cittadini e riportare quegli angoli di cultura contadina che abbiamo lasciato alle porte di Roma nelle nostre case. Rallentare i ritmi, rallentare e salutare il vicino, salutare il passante, sorridere. L’orto urbano, spazi verdi dati in gestione ai cittadini, da coltivare e dove raccogliere i frutti del proprio lavoro non è solo mangiare sano, è tornare a lavorare la terra, a vedere il frutto della propria fatica, a rispettare i tempi della natura, spesso da noi forzati e violentati.

E’ una rieducazione di noi stessi.

Mangiare sano diventa perciò la metafora di un ritorno al benessere personale e familiare fatto di attimi e di piccole cose.

Cos’è Urban food

L’iniziativa verteva sulle esperienze già attive e su quelle da co-progettare, toccando temi quali l’acquisto consapevole, la valorizzazione del territorio, la riqualificazione urbana e la gestione partecipata degli spazi pubblici e privati. L’idea è partita da Idee con Gusto, associazione Culturale per la promozione delle buone pratiche alimentari e valorizzazione del territorio. e dal magazine La Fame, una testata giornalistica online copartecipata per un mondo sostenibile.

Abbiamo ascoltato di raccolta della frutta a Roma a cura di Frutta Urbana, quanti alberi da frutta ci sono nella nostra città! Flavia Spizzichino con l’esperienza di Cowo|360 ha raccontato il beneficio e le sinergie di lavorare in un coworking, Luca Eusebio Zappata Romana ha parlato di spazi pubblici organizzati al servizio della comunità come Hortus Urbis e Daniele Caucci di Terra!Onlus una delle Onlus che partecipa al progetto Filiera Sporca, un viaggio negli aranceti del sud Italia, dove lo sfruttamento dei lavoratori è all’ordine del giorno e la filiera dalla terra al bancone non è assolutamente chiara.

Tante azioni civili di rivalutazione del territorio, di prospettive di vita sostenibili solo come punto di partenza di un progetto che vuole farsi portatore di cultura diversa. Accettiamo la sfida, io in prima persona, e aspettiamo il secondo incontro.

Zingara senza scarpe, madre di Tommaso e Flavia gemelli di 7 anni e di Lorenzo (detto "Nanuzz") di 2 anni. Bilingue, trimamma, monogama ed eclettica navigo tra fettuccia e scrittura.

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