Ultima modifica 15 Luglio 2019
La scuola è cominciata da pochi giorni e già dilagano le polemiche.
Prendo spunto da un articolo del 14 settembre uscito su vanityfair.it per affrontare un argomento “scottante”: la scuola e la teoria del gender.
Partiamo dal presupposto che ognuno di noi è libero di scegliere l’educazione da dare ai propri figli. Quella che leggerete qui di seguito è una riflessione, forse uno sfogo, di un’insegnate/mamma che in questo momento ha l’impressione che la scuola, in generale, possa essere paragonata ad un supermercato.
Pubblicità con le varie offerte e promozioni, ognuna che va a toccare le coscienze e le tasche dei “consumatori”, che poi saremmo noi genitori.
Come possiamo pretendere che la nostra società cambi e migliori se usiamo i bambini, il nostro futuro, per raggiungere i nostri scopi?
Partiti politici si contendono voti, fanatici dell’una o dell’altra teoria creano terrorismo mediatico e la chiesa cattolica continua ad imporci stereotipi non considerando che l’unica dottrina che dovrebbe essere insegnata ai nostri figli è quella dell’uguaglianza, perché è questo che veniva professato da Gesù Cristo e dai suoi discepoli.
In questi giorni si stanno diffondendo messaggi su WhatsApp che invitano i genitori a recarsi in Comune per firmare una petizione contro la Buona Scuola e l’insegnamento della teoria del gender.
Chi si fa portavoce sono genitori, associazioni, sigle e periodici ultracattolici.
Quello che si vuole evitare, secondo quanto dichiarato, è che nelle scuole, a partire dall’asilo si cominci a parlare di masturbazione, sesso anale, matrimoni gay.
Quella che viene dipinta è una scuola perversa, con insegnanti sadici, che invece del sussidiario di una volta, quello unico, con tutte le materie, usano il kamasutra e lo insegnano ai bambini.
Una scuola di pedofili e pervertiti.
La storia, e purtroppo anche l’attualità ci hanno dimostrato altro, però.
Questo tipo di “insegnamento” è stato molto utilizzato fra i “banchi”, ma non quelli della scuola!
Pro o contro la Riforma scolastica, credo che l’unica cosa importante è che ai nostri figli venga raccontata la verità, perché non esistono famiglie perfette, come non esistono esseri umani perfetti.
Il Medioevo è finito da un bel pezzo, l’Inquisizione condannata, Hitler è morto e tutti quelli che hanno seguito le sue idee sono stati processati ed hanno scontato la propria pena, ma credo che la persecuzione invece sia una pratica tuttora viva nei nostri animi e nelle nostre azioni.
Anche se non condividiamo i matrimoni gay, stili di vita diverso dal nostro, orientamenti sessuali diversi, non siamo nessuno per giudicare, ce lo ha detto anche Papa Francesco, ma soprattutto non possiamo privare i nostri figli della conoscenza del mondo che li circonda.
Come fanno spesso i bambini, un giorno mia figlia di 3 anni e mezzo mi ha detto di essersi fidanzata con la sua amichetta Margherita. Io, istintivamente, le ho detto che non è possibile perché come mamma e papà, ci si fidanza fra maschi e femmine. Lei nella sua innocenza mi ha risposto che mi stavo sbagliando perché io e lei ci vogliamo bene, eppure siamo due femmine. Quello che certa gente non capisce è che i bambini non hanno malizia finché non siamo noi adulti ad insegnargliela.
I bambini vedono il mondo a colori, non in bianco e nero, l’amore è quello vero, incondizionato, senza sesso.
Ma spesso richiedono spiegazioni, anche scomode, e noi abbiamo il dovere di dargliele, senza dire bugie e senza nasconderci dietro ad utopie e stereotipi. Il concetto fondamentale che noi insegnanti siamo portati a diffondere è che non esiste il “diverso”, per una crescita sana ed equilibrata, ma soprattutto per evitare che un giorno un nostro allievo decida di togliersi la vita perché discriminato dai suoi compagni.
Si parla di “non insegnare ai bambini ideologie destabilizzanti come quella del gender, ma progetti, corsi e strategie educative che permettano uno sviluppo sano della loro personalità, in armonia con la famiglia e con le istanze etiche, rispettosi di tutti ed in primis della natura umana”.
Provate ad analizzare queste parole… Cosa significa “sviluppo sano della personalità”? Chi è che non rispetta la natura umana? A questa gente vorrei solo chiedere se hanno figli o nipoti e che cosa farebbero se un giorno si trovassero davanti alla loro “natura”, quella che Dio, chiunque esso sia o semplicemente i suoi cromosomi gli hanno dato… Quale “strategia” userebbero per rispettare le “istanze etiche”?
E allora, pensate davvero che la soluzione sia rinchiudere i propri figli in un ghetto, ognuno con il “proprio simile”, evitando il contatto con il mondo esterno, leggendo una Bibbia che non dice quello che ci vogliono far credere e cantando pace e amore? Se così fosse, avvertitemi.