Ultima modifica 15 Novembre 2018

Ero in Ospedale per una visita di routine, una visita oculistica intendo, dove gli adulti dividono lo spazio di attesa con i bambini, in una sala attrezzata per loro, con tavolini e sedioline, giochi, matite, colori, insomma tutto ciò che può servire per aiutarli a passare il tempo e a non pensare al perché sono li.

C’era un bel bambino biondo, di poco più di un anno, un bimbo tranquillo che era già stato sottoposto a una prima visita, e che, a detta del padre, si era comportato benissimo.  Era in braccio ad un nonno sorridente, in apparenza sereno, non preoccupato dell’esito delle visite, almeno ad una prima occhiata. Poi, però, si intuiva che era tutta una tattica per non agitare il nipote, con il quale chiacchierava con voce pacata, allegra, mentre lo teneva in braccio e non lo lasciava nemmeno per un minuto.

nonno-e-nipote

Si capiva che il piccolo era abituato a stare con lui, che conosceva quelle braccia, che era solito passeggiare con la testina appoggiata alla sua spalla come stava facendo di quando in quando, oppure quando seduto sulle ginocchia del nonno pronunciava poche parole rivolte a lui o al papà, chiedendo qualcosa, proponendo qualcosa.

Alle parole del nonno ‘quando saremo a casa dalla nonna’ annuiva come se fosse una situazione per lui normale, un bimbo tranquillo, molto amato, con una vita serena.

Lo dicevano i suoi occhi, le sue poche parole.

Rappresentavano un bel ritratto familiare e mi sono voltata per condividere quell’ impressione con mio marito, ma…ho visto i suoi occhi, la sua espressione.
C’era rimpianto, forse un poco di invidia condita con un po’ di tristezza e la consapevolezza che quello era esattamente il rapporto che avrebbe voluto avere con suo nipote, con il nostro piccolo, grande uomo.
Abita lontano e ci vediamo poco, pochissimo, almeno io ho più occasioni quando la necessità impone la mia presenza, quando è necessario che io vada, ma lui no.

Non per cattiva volontà da entrambe le parti, ma per logistica, per impossibilità di un viaggio di un giorno, andata e ritorno sono pesanti per lui, così le visite sono limitate, limitatissime.

Non che il nostro piccolo non ci voglia bene, lo intuiamo dal suo sguardo che si illumina quando ci vede, dal suo chiedere ‘ quando resti?
Quando viene anche il nonno?
La prossima volta vieni con lui!’

Quando ti accorgi che ha dei ricordi precisi di quando siete insieme, ricordi graditi, esperienze che vuole ripetere, che ti chiede di ripetere.

Scrivo e la malinconia è sempre più viva, questa mattina abbiamo aggiunto nuove foto sui mobili di casa, foto che lui guarda di nascosto, foto che mostra agli amici, foto che non sostituiscono la sua presenza.

La presenza di un bimbo vivace, allegro, pieno di vita, una vita che scorre lontano da noi…

Sono una giovane ragazza dai capelli bianchi, un vulcano di curiosità con una voglia irrefrenabile di sorseggiare la vita, una fantasiosa e interessante signora piena di voglia di fare, dire, raccontare, condividere.

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