Ultima modifica 14 Ottobre 2019
Solo pochi giorni fa avevamo commentato la sfida che impazzava su Facebook chiamata appunto “La sfida delle mamme”, che invitava queste ultime a postare 3 foto dei loro figli, invitando altre mamme amiche a fare lo stesso.
Sull’argomento tutti si erano schierati: chi a favore chi contro.
Chi sosteneva che qualche foto innocente non nuocesse al benessere dei propri figli, che c’erano altri pericoli da cui guardarsi, altri invece sostenevano una ben più ardua difesa della privacy, immaginando che queste foto potessero fare il giro del web e finire in mani poco raccomandabili.
Anche la Polizia di Stato si era espressa sulla sfida, invitando le mamme a troncare la catena, e ricordando loro che le foto di minori su facebook sono una ghiottoneria per pedofili e adescatori della rete.
Lo scorso 23 febbraio anche oltralpe si è discusso del tema.
Sulla pagina facebook della Gendarmerie francese è infatti apparso più o meno lo stesso invito che qui da noi aveva pubblicato la Polizia.
“Se avete seguito la catena della pubblicazione di moda in questo momento potrete essere fieri di essere papà o mamma di un magnifico bambino, ma attenzione! Vi ricordiamo che postare foto di minori su facebook non è senza pericolo”
Il post continuava con toni molto simili al nostro, e la stampa si è subito impossessata di questo avviso pubblicando articoli sensazionalistici: “In Francia i figli possono denunciare i genitori per violazione della privacy”.
Andando alla fonte della storia ho capito che non è andata esattamente così.
Foto di minori su facebook: La Legge sulla privacy in Francia non ammette deroghe
In effetti a seguito di questa catena della Sfida delle mamme, anche fuori dall’Italia, e immagino in tanti paesi dove l’uso di facebook riguarda la stragrande maggioranza delle persone, ci si è posti la questione delle foto di minori su facebook.
In Francia sul giornale Le Figaro era proprio stato pubblicato un articolo che argomentava anche in tema di legge sulla privacy.
Secondo la legge francese infatti un figlio ha il diritto di denunciare persino i suoi genitori, qualora questi abbiano diffuso una fotografia rappresentando una persona riconoscibile senza la sua autorizzazione.
E’ quello che mi sono sempre chiesta anche io.
Immaginiamo che i nostri genitori, quelli di noi adulti, pubblichino delle nostre foto senza la nostra autorizzazione.
Io che ho una famiglia “social” ho infatti come genitori due arzilli over 60 che chattano, postano, pubblicano in rete frasi e immagini.
Ma mai si sognerebbero di pubblicare una mia foto senza che me lo abbiano prima chiesto.
Io mi immagino uno stimato professionista, o un indefesso professore di filosofia che magari ha un profilo al quale accedono anche i suoi alunni: che faccia farebbero questi se i genitori pubblicassero foto, magari con qualche costume in maschera improponibile, o in pose ridicole, o soltanto immagini nelle quali questi signori non si piacciono perché semplicemente “sono venuti male”?
È lo stesso per i nostri figli.
Chi ci dice che volevano essere “esposti al pubblico ludibrio”?
E infatti il problema se lo sono posto in Francia, rispolverando questo articolo del codice civile che avvisa i genitori che i figli, una volta grandi, potrebbero denunciare il sangue del loro sangue per abuso di immagine altrui.
E i giudici potrebbero addirittura imporre loro un risarcimento in denaro.
Attenzione mamme e papà italiani che avete pubblicato foto dei vostri figli sui social, perché anche in Italia è così.
Foto di minori su facebook: Cosa dice la legge in Italia
Sappiate infatti che anche da noi esiste una legge sul diritto all’immagine.
Il diritto di immagine infatti è protetto sia da una legge, pensate, del 1942 che detta le indicazioni sul diritto d’autore, ma ancora più importante, l’art. 10 del codice civile, LIBRO PRIMO – Delle persone e della famiglia – TITOLO PRIMO Delle persone fisiche recita esattamente così:
Qualora l’immagine di una persona o dei genitori, del coniuge o dei figli sia stata esposta o pubblicata fuori dei casi in cui l’esposizione o la pubblicazione è dalla legge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona stessa o dei detti congiunti, l’autorità giudiziaria, su richiesta dell’interessato, può disporre che cessi l’abuso, salvo il risarcimento dei danni.
Era il 1942 e c’erano solo i rullini fotografici, in bianco e nero per giunta.
In soccorso a queste cose sembra volere arrivare proprio facebook.
Nell’articolo francese infatti viene riportato un intervento di Jay Parikh, vice-presidente dell’ingegneria di Facebook che sostiene che il colosso di Zuckerberg potrebbe presto prevedere una notifica automatica, che partirebbe con il riconoscimento facciale di un minore.
Nel momento in cui si pubblicheranno foto di minori su facebook l’applicazione potrebbe avvisare e chiedere una conferma della pubblicazione, così da avere la certezza che il genitore voglia continuare, tentando in tal modo di far fronte a questo fenomeno, o per lo meno far riflettere un istante in più i genitori.
Se tra una decina d’anni dunque dovreste trovaer per le mani una raccomandata da parte di un avvocato penalista che ha come cliente vostro figlio, ripensate a questo articolo: Genitore avvisato mezzo salvato!
Fonte: Le Figaro
Grazie per l’articolo molto interesante. Io sono francese e qualche giorni fa siamo andati con la.nostra figlia a un evento organizzato per un negozio qua in italia,
C era un fotografo durante l evento.
Oggi ho visto che hanno pubblicato delle fotografie del evento sulla loro pagina facebook e sono rimasta frustrata perche hanno messo una foto della mia fglia, senza chiederci il consenzo!
In piu noi non abbiamo mai pubblicato nessuna foto di lei da giustamente perche non ci piace quello di mettere foto degli figli
Ma questo e legale in italia???
Cosa posso fare?
Sono molto arrabiata
Grazie per l aiuto
Saluti
Ciao Nancy, manda una email al fotografo, oppure chiamalo se hai il numero e chiedi l’immediata rimozione della foto. E’ obbligato a farlo. Ovviamente senza consenso non si possono pubblicare le foto di minori neanche in Italia.