Ultima modifica 7 Marzo 2016

Quando ho letto il titolo di questo articolo sull’ Huffington Post mi è subito apparsa in mente l’immagine di un film che vidi al cinema molti anni fa.

Il film in questione era Matrix, con un giovane Keanu Reeves nei panni del “prescelto” Neo che si ritrovava a combattere contro macchine intelligenti che l’uomo aveva costruito nel XXI secolo, e lui uno dei pochi ribelli riuscito a uscire da quella realtà virtuale nella quale le macchine tenevano tutti gli umani.

Stimolazioni al Cervello: da Matrix alla realtà

stimolazioni al cervello 2
Nel film questi uomini avevano una specie di collegamento dietro al cranio che consentiva loro di connettere il cervello alla realtà virtuale, ma anche di ricevere tutte le informazioni, come appunto imparare a guidare un elicottero (questa è la scena che mi è saltata immediatamente in mente leggendo l’articolo in questione).
Ebbene sembra che oggi, nel 2016, e dunque con qualche decennio di anticipo sul film (era circa il 2099) tutto questo sia possibile, con le dovute proporzioni che la realtà non virtuale necessita.

Imparare a pilotare attraverso stimolazioni al cervello

stimolazioni al cervello

L’articolo dell’ Huffington post riassume un complicatissimo e lunghissimo articolo pubblicato su “Frontiers in Human Neuroscience” un magazine di divulgazione scientifica, il quale descrive un esperimento portato a termine da un gruppo di scienziati guidato dal Dottor Matthew E. Phillips, del 1HRL Laboratories LLC di Malibu (USA).

Lo studio ha coinvolto 32 persone, chiamate a pilotare un aereo attraverso un simulatore di volo.
Ad alcune di esse sono stati collegati degli stimolatori celebrali che avrebbero dovuto migliorare le performances, confermando così l’ipotesi che il cervello, se stimolato esternamente, riesce ad apprendere più e meglio.

Stimolazioni al cervello: come funziona quest’organo

Il cervello è un organo “plastico”, ovvero si modifica con il tempo e con l’utilizzo tempo, le sue connessioni aumentano all’aumentare dell’apprendimento.
Con questo esperimento si è dimostrato che grazie ad una stimolazione cerebrale transcranica queste “connessioni” possono essere per così dire accelerate in modo passivo.

L’esperimento constava di sessioni giornaliere di simulazioni, nelle quali i piloti mettevano in pratica gli insegnamenti ricevuti, come l’atterraggio, la salita e la discesa di quota e altre performances tipiche del training per piloti di aerei.

stimolazioni al cervello
Ebbene, alla fine dell’esperimento i piloti che avevano ricevuto stimolazioni al cervello transcraniche a corrente continua, hanno dimostrato di avere raggiunto un punteggio migliore del 33% rispetto ai colleghi che avevano guidato con gli insegnamenti canonici.

Questi metodi di training non sono del tutto nuovi, come si evince dallo studio: già negli anni ’70 i piloti di voli commerciali e militari avevano cominciato a ricevere questo tipo di trattamento, ma i risultati di questo ultimo studio avrebbero appurato ulteriori meccanismi del funzionamento di questo metodo, che influirebbe non solo su un recupero più veloce delle funzioni cognitive (come ad esempio per il recupero dopo un ictus), bensì anche sull’apprendimento pratico.

I risultati sottolineano l’importanza di sviluppare la conoscenza della neuro stimolazione, e di ottimizzarne i protocolli.

Lo studio suggerisce che le modifiche alla memoria possono in futuro portare ad un lavoro su di essa con tali metodi. Ovviamente vi sono moltissimi altri aspetti ancora poco chiari da approfondire, e queste pratiche nel mondo reale necessitano ancora di molto studio e moltissimi investimenti

Le conclusioni dello studio insomma hanno portato gli scienziati a gioire dei risultati, ma immaginarsi un futuro alla Matrix, ovviamente è ancora utopia.

Fonte: Frontiers in Human Neuroscience

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