Ultima modifica 8 Marzo 2021
Ieri sera ho chiesto ai miei figli se mi avrebbero fatto gli auguri per la festa della donna, l’indomani. Il grande è già abbastanza cosciente della ricorrenza (perché in effetti proprio festa non sarebbe), mi ha parlato di suffraggette, di rivoluzione industriale, insomma, promette bene come uomo!
Il piccolo mi ha chiesto il motivo per cui mi avrebbe dovuto fare gli auguri anche se non era il mio compleanno, e io gliel’ho spiegato.
L’8 Marzo spiegato a un bambino di 8 anni
Non ho voluto perpetrare la falsa tesi secondo la quale l’8 marzo di non so quale anno un incendio uccise un centinaio di operaie in una fabbrica, perché oramai la storia della commemorazione di quelle donne è stata sfatata da più parti.
Forse infatti non tutti sanno che la prima giornata internazionale delle donne venne istituita in Russia l’8 marzo del 1921, ed era inizialmente la “Giornata internazionale dell’operaia”.
Nel tempo la data della ricorrenza rimase, ma la giornata internazionale divenne appannaggio non solo delle operaie ma di tutto il mondo femminile.
Sono passati quasi cento anni da quel primo 8 marzo, e le donne certamente sono cambiate, e questo mio figlio, che ha solo 8 anni ancora non lo sa. Non sa che da allora è cambiata la società, è cambiato l’uomo, sono successi tanti avvenimenti, e possiamo affermare con certezza che la condizione della donna è senz’altro migliorata.
Si pensi al diritto di voto, si pensi alla sua condizione all’interno della società e della famiglia, insomma anche se personalmente reputo che le femministe non abbiano fatto un gran piacere alle donne, rimpiangendo i tempi delle casalinghe che facevano la maglia (Ovviamente è una battuta, il “Ma non stavamo meglio quando stavamo peggio?” in questo caso proprio non è calzante!), le battaglie intraprese da molte di esse nel corso di questi decenni hanno portato sicuramente dei risultati importanti.
Non è purtroppo ovunque così, e anche questo mi è piaciuto raccontare a mio figlio.
L’8 marzo, e le donne nel mondo
Il mondo nel quale viviamo noi occidentali ha tanti difetti, ma ha il pregio certamente di potere garantire a tutti uno stato di diritto e alle donne pari opportunità, per lo meno sulla carta.
Ma in tanti altri posti, ho detto a mio figlio, una mamma come la sua non avrebbe potuto andare liberamente in giro.
In qualche posto nel mondo ancora oggi non avrebbe potuto neanche mostrare il proprio volto, per non parlare poi di quei posti in cui sta coperta da un lenzuolo e non può neanche uscire da casa senza l’approvazione del maschio di turno.
Ci sono posti in cui le mamme non sanno se conosceranno il proprio figlio, perché partorire è ancora un rischio.
E altri ancora nei quali le donne sono purtroppo troppo spesso oggetto di violenze.
Mi è anche piaciuto però raccontare a mio figlio che oggi le donne in alcuni luoghi di quello stesso mondo occupano posti di assoluto rilievo.
Sono presidenti di stati potenti, sono scienziati che fanno scoperte importantissime, vanno sulla Luna, parlano di pace, anche perché hanno visto la guerra, e ne sono state vittima.
Mio figlio per fortuna non ha capito il motivo per cui sottolineavo tutte queste cose.
Per lui il fatto di avere visto una Samantha Cristoforetti in orbita, o una Hilary Clinton alla Casa Bianca non è stato motivo di stupore: per quale motivo si dovrebbe stupire un bambino senza sovrastrutture nel sapere che una donna possa fare le stesse cose di un uomo?
Anzi, si è stupito, grazie al cielo, di come potesse succedere che una mamma non possa essere libera in qualche posto del mondo, o subisca violenza, o debba essere così coperta da non consentire neanche al figlio di poterla riconoscere tra le altre.
Non sa neanche che una donna che nasce in un posto giusto è fortunata, un’altra magari ha un’unica colpa: quella di essere nata nel posto sbagliato, a volte nella casa sbagliata.
Lui, mio figlio, ha avuto probabilmente la fortuna nascere in un posto giusto.
E ho voluto dirgli di continuare a pensare sempre così: di pensare anche tra 30 anni che una donna non è mai inferiore a un uomo. Non è nata dalla testa, per esserlo, ma neanche dai piedi, per essergli inferiore.
Diceva Benigni è nata dalla sua costola, per stargli accanto.
E lui sembra essere ben disposto.
Ecco, dopo avere passato una decina di minuti in compagnia di un uomo alto meno di un metro ho capito che il futuro, se ben coltivato, potrebbe davvero essere bello, il futuro nel quale un uomo non troverà strano che una donna e un uomo siano uguali e abbiano uguali opportunità.
Quello è il futuro che auguro a tutte le donne che oggi commemoriamo.