Ultima modifica 15 Ottobre 2019
L’ambizione di qualsiasi mamma è sicuramente sperare che i propri figli possano avere il meglio dalla vita.
La migliore istruzione, la migliore educazione, il migliore futuro professionale e affettivo.
Figli perfetti, desiderio di ogni genitore?
Credo sia un’ambizione fisiologica: immaginare il proprio figlio proiettato in un futuro di successo è il desiderio di ogni genitore. A volte però questa nostra proiezione non coincide con le aspettative, tantomeno con i risultati finali, e ancor più con i desideri dei nostri figli.
Già, perché non è detto che iscrivere il proprio figlio alla scuola migliore della città, o mandarlo in giro vestito da monegasco, con una pettinatura da principe, possa bastare a far di lui l’avvocato di successo che avevate immaginato.
Sono poi gli stessi figli che da adolescenti scelgono il tatuaggio stile Fedez o che, sbandati per la compagna del quinto anno, in quella scuola ci passano meno ore che sul motorino del migliore amico, a bighellonare per strada in cerca della ragazza (che alla fine magari è dentro l’aula a studiare).
Che poi care mamme, diciamocelo: la perfezione non esiste, i figli perfetti neanche.
A parole lo sappiamo tutti, ma quando si tratta dei figli, tutti cambiamo idea. Quante volte davanti ad un voto di nostro figlio, magari anche buono, gli avete risposto “come mai 7 e non 8?”.
A volte funziona, ma nella maggior parte dei casi invece innesca un sentimento di inadeguatezza nei nostri ragazzi.
Storicamente i genitori esigenti che vogliono figli perfetti sono “risorti” dopo un momento nel quale si sono avuti genitori post sessantottini e “figli dei fiori”, che hanno educato i figli alla libertà, il cui slogan era “peace and love”.
Poi sono arrivati mamma e papà della Milano da bere.
Ed eccoci noi, genitori 2.0 di figli perfetti che iscrivono i pargoli al corso di violino, e anche a cricket, e a danza classica e pilates insieme.
E guai se non studiano almeno il cinese, che è la lingua del futuro, e magari si dilettano con l’idioma sanscrito, che è la lingua del passato. Perché loro, i nostri figli, devono essere figli perfetti di genitori esigenti.
E loro?
Cosa ne pensano i nostri ipotetici figli perfetti di tutta questa perfezione?
Se educhiamo figli perfetti, avremo figli tristi.
Io sono in parte d’accordo su questo.
Non è sempre detto che gli insegnamenti dei genitori, per quanto esigenti, creino dei serial killer o dei potenziali suicidi, ma spesso, come ho detto, ad una azione dei genitori corrisponde una reazione dei figli, uguale e contraria (è la fisica bellezza!)
Credo fermamente, come succede spesso, che la virtù sia nel mezzo, e che esigere un minimo dai figli sia lecito e anche necessario. Credo anche che i percorsi mentali dei più piccoli, le loro priorità, differiscano da quelle degli adulti, e a volte essi non sappiano esattamente cosa fare o cosa scegliere.
E credo che “nel mezzo” significa che i genitori non possano però sempre scegliere al posto dei figli.
Ricordo che una volta, dopo un’accesa discussione con mio figlio, lui mi disse “Io non sono te”.
Ecco, lui non è me.
Lui è nato da me, ma non è me.
Me lo ha ribadito, e noi genitori dovremmo sempre tenerlo a mente.
I nostri figli sono individui nel senso stretto del termine, a sé stanti, non legati in alcun modo, se non quello affettivo ai genitori.
E lasciare che siano loro a fare le proprie scelte (nei limiti della legalità e della salute) è secondo me la via per consegnare nelle loro mani, se non la perfezione, la felicità.
Mio figlio maggiore ad esempio è stato da sempre appassionato di animali, il piccolo di calcio (come succede spesso).
E allora nella scelta dei loro percorsi scolastici ed educativi io e il mio compagno abbiamo tenuto conto di queste loro ambizioni e li abbiamo favoriti.
Dall’altro lato c’è però un’altra considerazione da tenere presente.
Certamente un bambino di 8 anni (e anche di 14 direi!), non ha la maturità per capire che non può giocare fino alle 18 e fare i compiti appena prima di cena. Oppure magari non si rende conto che per il suo bene non può mangiare solo patatine e hot dog.
Ecco, educare al meglio i propri figli significa assecondare il loro orientamento.
Al contempo guidarli con consigli e regole che non devono essere incoerenti e soprattutto disattese dai genitori stessi.
Essere perfezionisti può nuocere alla salute psichica del bambino,
ma essere credibili è necessario.
E insegniamo loro anche a fallire, che un fallimento non è poi questo gran dramma.
Anzi, a volte da un’esperienza negativa si ricavano dei grandi insegnamenti.
Insomma care mamme, lo sappiamo tutte che la famiglia perfetta è solo nella pubblicità delle merendine. Allora aspiriamo alla felicità piuttosto che alla perfezione.
Avere figli che non soffrono, educati alla tolleranza e all’inclusione, soddisfatti delle proprie scelte e della propria vita, con qualche regola da seguire ben precisa e motivata, fa di loro comunque esseri di successo.