Ultima modifica 8 Giugno 2016
Gli Stati Uniti l’hanno scelta, e tra qualche mese la Casa Bianca potrebbe tingersi di rosa.
Dopo il primo presidente di Colore adesso l’America potrebbe scegliere il primo presidente donna della sua storia politica: Hillary Clinton
Chi è Hillary Clinton?
Ex first Lady, ex Segretario di Stato, ex senatrice (un curriculum di tutto rispetto direi), Hillary Diane Rodham nasce a Chicago nel 1947.
Studia legge e si laurea a Yale, diventa avvocato di successo e sposa il suo compagno di università Bill Clinton. Quando nel 1993 Clinton viene eletto presidente negli Stati Uniti, Hillary è la prima first lady ad avere conseguito una laurea.
Nel 2008 si candida per la prima volta alle presidenziali Usa, ma viene battuta da tale Barack Obama, che la nominerà però segretario di Stato durante il suo primo mandato elettorale.
Nel settembre dello scorso anno si ricandida per la presidenza degli Stati Uniti, e forse, chissà, magari, questa volta le elezioni potrebbe davvero vincerle.
Cosa sono le primarie Usa
Per scegliere il presidente l’America adotta il sistema delle elezioni primarie. Un anno prima dell’elezione del presidente, gli iscritti ai partiti (che in America sono praticamente soltanto due, il partito Democratico e il partito Repubblicano) scelgono il loro candidato tra una rosa di presentati.
Gli elettori in effetti votano per i delegati, e questi delegati supportano il candidato premier.
La convention, ovvero il partito, ha un numero di delegati (4764 il democratico e 2472 il repubblicano), e dunque per ricevere l’investitura il candidato dell’uno o dell’altro partito deve ricevere il supporto di almeno 2383 delegati per il democratico e almeno 1237 per il repubblicano (fonte: Panorama).
Le primarie si chiuderanno il prossimo 14 giugno, e Hillary Clinton sembra ormai avere i numeri per diventare il candidato democratico alla Casa Bianca.
Ma lo sfidante democratico della Clinton, Bernie Sanders, non ci sta.
Le urne non sono ancora chiuse, i conteggi non ancora completi, i grandi elettori non si sono ancora espressi.
Fatto sta che persino il presidente Obama avrebbe gentilmente chiesto a Sanders di farsi in là, insomma questa signora di 68 anni ha ricevuto l’endorsement del suo capo di Stato (e di tanti altri), e sembra lanciata per chiudere con una vittoria la sfida per il Campidoglio (quello americano).
E pensare che solo otto anni fa cedeva il passo a chi sarebbe poi diventato il suo Presidente. Adesso dunque, se davvero la Clinton fosse eletta candidato del partito democratico, dovrebbe fare i conti con il candidato repubblicano: Il temibile Donald Trump.
Un assaggio di quello che potrebbe essere un loro scontro, in chiave molto umoristica, lo hanno dato Meryl Streep e Christine Baranski travestite rispettivamente da Trump e da Clinton qualche sera fa al Public Theatre Gala di New York parodiando un musical dal titolo Kiss me Kate
(Guardate qui sotto il video con le foto della serata, è esilarante )
Hillary Clinton, un avvocato di grande successo, una moglie di presidente, che ha superato un tradimento in diretta mondiale con un aplomb che neanche i reali d’Inghilterra (vi ricordate il caso Lewinski?), per 4 anni l’uomo, anzi la donna numero due della prima potenza mondiale, adesso potrebbe diventare il numero uno di quella stessa potenza.
Sarebbe una bella storia da raccontare.
Non che presidenti donne in questi ultimi decenni non ce ne siano stati. La mente mi và alle presidente sudamericane: la Rousseff in Brasile(che a dire il vero qualche problemino adesso ce l’ha), la Kirchner in Argentina e ancor prima Isabel Peron.
Intanto però la civilizzatissima e progreditissima America del Nord non aveva ancora mai dato alla luce un presidente donna.
E la notizia in Italia ci arriva proprio contemporaneamente alle nostre, di elezioni; elezioni che hanno visto battaglie e vittorie anche qui al femminile. Virginia Raggi, Giorgia Meloni, Chiara Appendino, insomma le quote rosa al momento in politica sembrano essere assi vincenti per i partiti che le hanno candidate.
Io sono un po’ di parte in questa discussione. Ma non per il colore politico quanto proprio per il sesso.
E anche se non avessi votato democratico, o se romana non fossi stata grillina, le donne che emergono in un mondo a maggioranza maschile, come è la politica in molti stati del pianeta, godono della mia stima e del mio appoggio incondizionato.
E dunque che presidenta sia, anche in America: Vote For Women!