Ultima modifica 1 Aprile 2019
Proprio ieri, a bordo di una piscina dove mi ero recata con i miei figli, ho per caso ascoltato due bambine chiedere che ora fosse alla propria mamma, così da calcolare il tempo che era passato dal pranzo, e potere fare il bagno dopo mangiato.
Bagno dopo mangiato: cosa dice l’esperto?
Il bagno dopo mangiato è un tormentone di quelli che non passa col passare delle estati.
Chiunque chieda a mia suocera quando una persona, adulta, bambina o in età da pensione possa fare il bagno dopo mangiato, si sentirà rispondere “Dopo almeno tre ore, e poi dipende da cosa quella persona ha mangiato”.
E non è la sola in Italia che risponderebbe così.
Il bagno dopo mangiato è l’incubo delle mamme apprensive, il sogno di milioni di bambini in vacanza, la meta agognata di chi, dopo un pasto leggero o pesante che sia in spiaggia vuole rinfrescarsi dall’arsura d’agosto.
Ma in effetti, quanto tempo deve passare per fare il bagno dopo mangiato?
Intanto vorrei precisare, anche se non sono un medico esperto, che la leggenda di aspettare tre ore per fare il bagno dopo mangiato è tutta italiana.
Non esiste paese al mondo che abbia una tale “regola non scritta” tanto precisa e dettagliata anche se non supportata da alcun evidenza scientifica.
Perché se chiedete a mia suocera, vi darà pure tutta la spiegazione medica del motivo per cui non si può fare il bagno dopo mangiato: perché durante la digestione il sangue affluisce allo stomaco, e lo sbalzo termico che avviene entrando in acqua provoca uno shock al corpo e dunque ecco la famigerata congestione, che fa sentir male, ma male letale!
Leggendo qua è là proprio di recente ho rivisto l’intervista di qualche anno fa ad un medico pediatra, il dottor Alberto Ferrando, istruttore di rianimazione cardiopolmonare, dunque uno che qualcosina ha studiato, che elencava le principali cause per annegamento.
Sentite quali sono:
– Presenza di piscine private in casa con bambini da 1 a 4 anni
– Non saper nuotare
– Possibilità di accedere alle piscine a bambini piccoli
– Mancanza di supervisione in luoghi a rischio
– Comportamenti incauti
– Mancato uso di giubbotti di salvataggio
– Uso di alcol
– Disturbi neurologici come epilessia
(Fonte: tgcom)
E il bagno dopo mangiato?
Niente, non è tra le principali cause di annegamento, neanche qui!
Certo, la congestione dovuta allo shock termico che l’organismo affronta entrando in un’acqua fredda durante il lavoro di digestione è un fatto certo e scientifico, ma non è la causa principale di annegamenti e morti in mare.
Fa molto peggio bere bibite ghiacciate dopo un pasto che non fare un tuffo in mare!
Pensate che un organismo internazionale molto importante come l’International Life Saving Federation non fa menzione di questo pericolo, anzi definisce proprio senza fondamento la paura di fare il bagno dopo mangiato.
Il buon senso allora, oltre che gli esperti, ci suggerisce che fare il bagno dopo mangiato è possibile, a patto che si seguano alcune semplici e banali istruzioni.
La prima regola da seguire in spiaggia è fare pasti leggeri e non consumare alcol.
Se proprio ci si vuole acclimatare, dopo i pasti si può aspettare da mezz’ora a un’ora, e bagnarsi con cautela così da abituarsi lentamente alla temperatura più bassa.
Evitare le acque troppo fredde, perché il rischio vero è quello di essere colpiti da un mal di pancia.
Evitare una congestione vera bevendo bibite molto fredde dopo i pasti.
In compagnia è più facile gestire un crampo o un qualsiasi malessere in acqua: evitare di stare soli.
Dosare le forze e gestire le proprie capacità acquatiche con diligenza.
Per cui care mamme, se vogliamo essere prudenti con i nostri figli al mare in estate, accertiamoci non solo di calcolare il tempo di attesa tra il pasto e un tuffo, ma principalmente di tutte queste altre raccomandazioni più utili alla salute e alla sicurezza!