Ultima modifica 23 Settembre 2016
Mi chiamo Sveva e ho 32 anni, sono mamma “di cuore” di Tommaso, che oggi ha quasi tre anni, adottato con adozione nazionale due anni fa.
Amo scrivere sin dai tempi del liceo e la scrittura è stata fedele compagna in questo percorso di adozione che mi ha portato a coronare il sogno di diventare mamma. Senza la scrittura molto di quello che è stato e molto di quello che ancora dovrà venire sarebbe andato perso. Le parole mi hanno sempre affascinato, il loro rincorrersi incessante tra le righe di un libro, i versi di una poesia o le strofe di una canzone mi strega.
Ho deciso di raccontare la mia esperienza adottiva in un blog che sono riuscita a realizzare grazie all’aiuto della mia storica amica di infanzia Irina.
La storia del mio essere mamma ed in particolare del mio essere mamma adottiva, del percorso che ha portato me e mio marito a fare questa scelta. Non troverete la fredda cronaca di quello che è stato, nemmeno un elenco inutile di pratiche burocratiche o di numeri e statistiche. Troverete invece le emozioni viscerali e di pancia che accompagnano questa bellissima avventura: i dolori dello scoprire la storia di infertilità, gli smarrimenti iniziali, i dubbi, le incertezze nello scegliere questa strada ma anche la gioia immensa e la felicità nello scoprirsi finalmente in tre.
Oggi il web costituisce il luogo privilegiato di ricerca di informazioni per qualsiasi tema, spesso si interroga il web quasi come si interrogano i tarocchi sperando che ci fornisca la risposta che cerchiamo o, molto più spesso, quella di cui abbiamo disperatamente bisogno.
Ricordo perfettamente che nei primi momenti di confusione e incertezza e in seguito durante l’iter adottivo anche io ho interrogato Google alla ricerca di informazioni, di dettagli, di soluzioni ma anche e soprattutto di storie come la mia.
Perché quando la sofferenza entra nella nostra vita abbiamo bisogno di sapere che qualcun’altro con il nostro stesso problema ce l’ha fatta, abbiamo bisogno di sapere che la tempesta passerà e spesso vogliamo sapere anche come.
L’ unica cosa che facevo in quei mesi di lacerante sofferenza era cercare non solo informazioni ma storie reali, vite vissute. Qualcosa che mi dicesse che sarei sopravvissuta a quello che mi sembrava in quel momento un vero e proprio uragano. Ho cercato forum, chat, blog, siti dove si parlasse sinceramente di problemi di infertilità e in seguito di adozione. Mi sono invece imbattuta in centinaia di siti e forum che parlavano di burocrazia da evadere, di statistiche, di probabilità, o di semplici cronistorie delle adozioni che erano andate a buon fine.
In pochi siti ho trovato davvero un luogo di condivisione, di scambio schietto e sincero di emozioni, di quelle vere che fanno venire le farfalle allo stomaco e tremare la pancia.
Il mio blog vuole essere un luogo di condivisione, dove abbassare la maschera e condividere la propria storia, uno di quei luoghi dove si raccontano tutti i colori di questa splendida avventura che è la maternità adottiva. Avventura che da oggi racconterò anche sulle pagine di questo magazine per dare voce alla moltitudine di colori del mondo dell’adozione.
Credits: illustrazione di Giulia Salza