Ultima modifica 26 Ottobre 2020
Care nuove mamme, oggi vi voglio raccontare di una cosa curiosa che mi è successa, e che ha a che fare con i codici a barre!
Che c’entrano i codici a barre direte voi? Ora ve lo spiego
Qualche giorno fa per caso ho avuto l’urgenza di comprare al volo qualcosa da mangiare, avendo dovuto organizzare all’ultimo minuto un pranzo per tre compagnetti di mio figlio.
Mi sono ritrovata in una piccolissima bottega del centro nella città in cui vivo.
Di quelle che sembrava uscita da Frittole, il paese del film “Non ci resta che piangere” in cui i protagonisti tornano indietro nel tempo.
Sugli scaffali c’erano ancora i prodotti con l’etichettina minuscola.
Il prezzo scritto a penna o a macchina da scrivere. Alla cassa una vecchina che mai avrebbe saputo armeggiare con una di quelle moderne con i codici a barre!
E mi sono ricordata di come fosse qualche anno fa più lunga e difficile anche una cosa che oggi facciamo con una rapidità incredibile: la spesa dal pizzicagnolo.
Ma vi siete mai chieste quale idea miracolosa deve essere stata per tutti quelli che hanno a che fare con un magazzino, l’invenzione dei codici a barre?
Così mi sono appassionata all’argomento codici a barre e tutto quello che oggi fa funzionare un moderno magazzino con relativa cassa e compravendita.
Come dicevo, fino agli anni ottanta in Italia il codice a barre era una non ben identificata stringa visibile sui prodotti importati dall’America, paese natale di questo rivoluzionario sistema di tracciabilità delle merci.
Pensate che il primo prodotto venduto con il sistema di codici a barre si trova oggi allo Smithsonian’s National Museum of American History.
E’ un pacchetto di gomme americane.
Poi anche da noi e in Europa il codice a barre si è sviluppato, ed è stato adottato apportando infiniti vantaggi ai commercianti di ogni genere e prodotto.
Pensate a quando eravamo bimbe noi e andavamo con la mamma al supermercato.
A quanto sia cambiato il modo di lavorare oggi, con le moderne cassiere che ormai non guardano neanche più né merci che vendono né la cassa, perché tutto automatizzato.
E con quel semplice gesto del passare i codici a barre dei prodotti sui lettori di queste stringhe si è messo invece in moto un complesso meccanismo: lo scontrino finale.
Ma anche lo scarico del magazzino venditore, la movimentazione delle giacenze.
La cassa e il denaro, e da parte dell’acquirente anche la possibilità di tracciare il prodotto comprato.
I codici a barre sono di diverse tipologie, così come i lettori di codici a barre.
Le barre infatti si compongono di una diversa sequenza di numeri, mentre i lettori possono essere di quelli a “pistola” (i preferiti da mio figlio quando viene con me a fare la spesa e si diverte a usarli alle casse self!), incassati al banco scorrevole e tascabili.
Esistono quindi tantissime tipologie di lettori codici a barre.
Insomma, quello che la signora della bottega che ho visitato fa ancora come 30 anni fa, e che le costa chissà quanto tempo, il centro commerciale di periferia con oltre 70 negozi al suo interno lo fa fare ad una macchina, che ci impiega magari 3 nanosecondi, e che magari sbaglia anche meno.
Ma non crediate che questa tecnologia si sia fermata ai codici a barre.
Il codice del futuro, e in alcuni frangenti del già presente, è il QR code.
Che sarebbe in fin dei conti il nipotino del codice a barre.
E se non sapete cos’è il QR code chiedete ai vostri figli. Loro vi illumineranno su quel futuro, che per loro è già arrivato!