Ultima modifica 22 Novembre 2016
Oggi, 21 Novembre 2016, in occasione della chiusura del Giubileo, papa Bergoglio ha dato un forte segnale di cambiamento, in particolare sul tema dell’aborto.
Il permesso di dare l’assoluzione per l’aborto, concesso ai sacerdoti in forma straordinaria dal Papa per il periodo del Giubileo, diventa ora “per sempre” per volontà dello stesso Francesco.
Nella lettera che chiude il Giubileo, il Papa concentra le sue parole intorno al concetto di misericordia e, soprattutto, invita i sacerdoti ad abbracciare umanamente i fedeli sinceramente pentiti, e ad andare oltre l’ applicazione della “singola legge”- in nome della misericordia divina.
Con grande entusiasmo, ho letto la notizia e apprezzato l’atteggiamento del Papa, che pur ribadendo la gravità del peccato di interrompere una gravidanza, si pone razionalmente di fronte al dramma personale che, sicuramente, ogni donna che compie questa scelta è costretta a vivere.
Un tema caro a moltissime donne, e alla nostra redazione.
Solo poche settimane fa c’è stata la manifestazione in Polonia contro un disegno di legge che intendeva limitare la libertà di abortire: la partecipazione è stata talmente tanto consistente che le stesse autorità polacche hanno dovuto prenderne atto. Qui trovate un articolo recente sulla legislazione europea in materia di interruzione di gravidanza.
Di seguito, uno stralcio della lettera del Papa: le sue parole riescono a trasmettere quel senso -diventato ormai necessario- di vicinanza umana tra clero e fedeli, che purtroppo, è mancata nei secoli passati e che ha causato astio, diffidenza, e costretto il credente a prese di posizione troppo estreme ed esclusive; spesso, anche all’allontanamento dall’intero mondo della tradizione cristiana.
“Non possiamo dimenticare che ognuno porta con sé la ricchezza e il peso della propria storia, che lo contraddistingue da ogni altra persona.
La nostra vita, con le sue gioie e i suoi dolori, è qualcosa di unico e irripetibile, che scorre sotto lo sguardo misericordioso di Dio.
Ciò richiede, soprattutto da parte del sacerdote, un discernimento spirituale attento, profondo e lungimirante perché chiunque, nessuno escluso, qualunque situazione viva, possa sentirsi concretamente accolto da Dio, partecipare attivamente alla vita della comunità ed essere inserito in quel Popolo di Dio che, instancabilmente, cammina verso la pienezza del regno di Dio, regno di giustizia, di amore, di perdono e di misericordia“.
Grazie, Papa Francesco.