Ultima modifica 13 Febbraio 2017
La “effe” che fa girare il mondo è la fiducia.
Qualcuno può pensare che il mondo giri intorno alla “effe” di felicità: amore o soldi, ma amore e soldi senza fiducia non fanno molta strada.
Oppure alla “effe” di fortuna: ma si sa, tocca a pochi e non basta per tutti.
O ancora alla “effe” di forza, ma se è di tipo militare il mondo più che farlo girare, lo ferma…
Allora? La “effe” di fiducia è il perno della vita.
E la fiducia è una questione delicatissima da insegnare ai figli.
Ogni età ha la sua: ai piccoli che si avviano verso un minimo d’indipendenza si dice di non accettare le caramelle dagli sconosciuti. Vabbè, si diceva una volta, oggi i pedofili hanno altri mezzi più subdoli.
Quindi, oggi è più facile che un genitore dica di stare attenti nell’uso dei social e negli incontri che si possono fare in questi contesti.
Poi crescendo, s’insegna che bisogna avere fiducia nelle forze dell’ordine, nella legge, nella giustizia.
Ops, ho già scritto un po’ di righe e mi accorgo di quanto il tema sia scottante in ogni sua minima accezione.
E quando i figli cominciano a diciotto, vent’anni a mettere insieme un po’ di paghette, regalini o a guadagnarsi qualche euro da soli, non li spingiamo ad avere fiducia nelle banche?
Basta così, non c’è niente da insegnare che sia valido per tutti e per ogni occasione (io ad esempio nelle banche ne ho zero ma non voglio condizionare troppo gli altri), ognuno deve fare da sé e capire che insegnare ad avere fiducia è un lavoro delicato, complesso ma necessario.
Gestendo i conti di mia madre anziana l’ho portata ad avere fiducia nella domiciliazione bancaria delle utenze, pochi ricorderanno forse che quando uscì questo servizio i primi tempi (trent’anni fa circa) non funzionava sempre bene. Trent’anni fa mia madre ne aveva cinquanta, veniva da una gestione più semplicistica dei conti di casa e la sua fiducia venne scottata. Oggi ho cinquanta e passa anni io e la frontiera della fiducia si è spostata, ad esempio, nell’usufruire di servizi tipo Blablacar: il viaggio in auto con gli sconosciuti.
Ci fidiamo? Quando mio figlio ce l’ha chiesto d’istinto gli abbiamo detto di no; poi sono andato a leggermi il sito, vedere quali tutele ci sono, registrazione dei documenti, uso diffusissimo…
Mio figlio non lo sa, ma se ne riparlasse anche con sua madre forse ora gli diremmo di sì.
Ecco, la sharing economy mette alla prova la fiducia: scambi di case, turisti che ti dormono sul divano, automobiline da città da usare un po’ per uno.
La frontiera della fiducia si sposta, e allo stesso tempo si fanno più gravi le conseguenze della mancanza di fiducia.
L’economia è ferma non perché qualcuno ha distrutto fisicamente i soldi, ma perché nessuno si fida più a spendere, a investire, a separarsi dai soldi pochi o tanti che siano. Tutti in attesa di tempi migliori dei quali non possiamo avere a oggi nessuna fondata certezza.
I politici col voto ci chiedono la fiducia, il Parlamento la chiede al Governo e intanto chi ha una colf straniera per casa prega che sia affidabile.
Però alla fine siamo umani, abbiamo bisogno degli altri.
Dobbiamo provarci, a qualcuno la “effe” di fiducia bisognerà pur darla.
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