Ultima modifica 22 Aprile 2021
La stampa tedesca aveva definito la bambola Cayla una vera amica per i bambini, ma le autorità l’ hanno ritenuta una spia.
Bambola Cayla accusata in Germania di spionaggio
Risponde a domande difficili sugli animali, su paesi stranieri e su personaggi noti. Questo dice la pubblicità della bambola Cayla.
Ma le autorità tedesche invece temono che contenga un dispositivo di spionaggio.
La bambola Cayla è una bambola di plastica, alta 45 centimetri, con gli occhi azzurri e i capelli biondi.
Come tutti i giocattoli moderni è però tecnologica.
Cayla infatti non si limita ad essere come i nostri vetusti Ciccio Bello. Non piange soltanto insomma. Sembrerebbe addirittura in grado di spiare.
La bambola infatti è dotata di un’applicazione che si collega a smartphone e tablet.
Offline è una bambola come tutte le altre, ma connessa ad internet può effettuare chiamate, trovare informazioni su personaggi noti o su luoghi, addirittura dare previsioni meteo.
Certamente essendo un giocattolo ha un sistema di sicurezza che non consente ai bambini di accedere a contenuti inappropriati, ma può fare il contrario. Ovvero spiare i proprietari.
In Germania, dove è scoppiato l’affaire Cayla, la legge prevede che i dispositivi di uso quotidiano in grado di intercettare conversazioni non pubbliche sono vietati (e credo anche in altri paesi sotto forma di leggi a tutela della privacy).
Che sia un posacenere, un frullatore o un giocattolo.
La bambola Cayla, prodotta dalla società americana Genesis e distribuita in Europa dalla britannica Bauer Vivid rientra dunque tra questi dispositivi vietati.
Motivo per cui le autorità tedesche hanno intimato ai possessori della bambola Cayla, bambini, fornitori o depositi, di distruggerla. E di fornire addirittura prova della rottamazione.
Diversamente si potrà essere soggetti a sanzioni penali.
L’associazione federale di sorveglianza tedesca avrebbe infatti riconosciuto che la bambola Cayla può essere facilmente hackerata ed entrare in contatto con il possessore, soprattutto se bambino, per carpire dati personali sensibili.
In pratica la privacy di ogni famiglia potrebbe essere a rischio. A scoprire la spia, secondo il quotidiano The Guardian, sarebbe stato uno studente della Saarbrucken Univertity.
Sebbene la bambola sia stata inclusa tra i top 10 giocattoli nel 2014, Hessel ha sostenuto che l’accesso ad essa sia totalmente insicuro. Nessuna password è necessaria per l’accesso ad internet. Qualsiasi hacker di neanche chissà quale arguzia potrebbe connettersi al dispositivo tramite bluetooth ad una distanza di 15 metri.
Ascoltando conversazioni o parlando e giocando direttamente con i bambini.
La conferma della notizia potrebbe avere conseguenze in tutta Europa.
Sempre secondo il Guardian sembrerebbe che il commissario UE per la giustizia Vera Jourovà si è detta preoccupata per l’impatto della bambola Cayla sulla privacy di ogni individuo. Lo stesso argomento è stato sollevato con un altro giocattolo tecnologico non troppo tempo fa. Il robottino I-Que.
Dall’altro lato il gruppo Vivid Toy che commercializza il giocattolo non ha risposto.
Al momento infatti casi di hackeraggio sembrerebbero isolati, e soprattutto messi a punto da specialisti.
Nonostante il mancato allarme da parte dell’azienda, una commissione sarebbe comunque all’opera per valutare il caso tedesco.
Per il momento dunque i bimbi berlinesi dovranno fare a meno di Cayla.