Ultima modifica 16 Ottobre 2017
Laura è una bambina di 5 anni, va alla scuola materna, gioca con i suoi amichetti, si diverte.
È socievole, simpatica, leader nel gruppo.
Con le maestre della scuola fa un po’ fatica a rispettare le regole e lo stesso atteggiamento è fortemente presente con la sua mamma e il suo papà.
Laura li sgrida, alza la voce con loro, decide, se non comanda, sulle diverse cose quotidiane.
I genitori si adeguano a tutto ciò che lei dice, per cui decide lei quando alzarsi dal letto, cosa mangiare, che indumenti indossare, quanta tv guardare, cosa guardare, quanto giocare, cosa e come dire le cose agli altri, insomma, decide tutto lei.
Immaginate quanto possa essere difficile per una mamma ed un papà “domare” tutti questi comportamenti per farsi ascoltare e rispettare.
I bambini hanno spesso a che fare con l’onnipotenza.
Ad esempio, intorno ai 2 anni hanno bisogno di sfidare l’adulto, opporsi a tutto ciò che esso dice, per sentirsi diversi, separati e quindi una piccola personcina in crescita.
Questo avviene quando i bambini iniziano a dire di no per tutto, avete in mente?
È un passaggio di crescita tipico di questo periodo, che permette loro di separarsi psichicamente dalla figura di accudimento primaria, restando comunque in rapporto con essa. In questo periodo, è fondamentale che i genitori restino fermi sulle loro posizioni.
Per la piccola Laura, questa fase ha preso una piega diversa.
Per prima cosa, non c’erano una mamma ed un papà fermi sulle loro idee e sui loro pensieri.
Forse per il timore di dire troppi “no” e quindi di sentirsi separati e lontani affettivamente dalla loro bambina, e anche perché questi genitori conservavano dentro di loro un piccolo nucleo di un “Sé” ancora piccolo e ancora molto legato ai rispettivi genitori. Detto in parole più semplici, si sentivano ancora piccoli.
In secondo luogo, questo “via libero” ha consentito quella che si chiama “inversione di ruoli”, ovvero il mantenimento di una relazione dove sono presenti una mamma ed un papà ancora bisognosi di cure, attenzioni, accudimento, e una bambina che ha potuto giocare con la sua onnipotenza, non avendo limiti.
Laura, essendo poi molto sensibile, non solo ha assunto il ruolo genitoriale per poter decidere, comandare, dirigere la vita quotidiana della famiglia ma, sentendo la sua mamma ed il suo papà molto fragili e bisognosi si è assunta anche il ruolo della figura accudente, facendo le coccole a loro al posto che riceverle, decidendo per loro al posto che lasciarsi gestire, organizzando la quotidianità proprio come dovrebbero fare una mamma ed un papà.
Quindi… quanto è importante vedere da adulti i propri bisogni irrisolti, ancora presenti per diversi motivi, poterci fare i conti, per far sì che non ricadano in modo turbolento sui propri bambini.