Ultima modifica 10 Ottobre 2019

Se pensiamo agli italiani del dopoguerra che partivano alla volta del “Nuovo Mondo” in cerca di fortuna (e la facevano), crediamo che trasferirsi negli USA sia una cosa semplice.
Ecco. NO!
Negli anni i governi americani che si sono susseguiti hanno instaurato regole severe per potersi trasferire qui.
Innanzitutto, e questo deve essere molto chiaro: se entrate negli USA come turisti non provate nemmeno a cercare lavoro.
Se vi scoprono (e il rischio è alto) vi cacciano dal paese e non potete più metterci piede per un minimo di 10 anni, nemmeno come turisti.

trasferirsi_in_america

Come fare quindi ad entrare negli USA per lavorare?

Un metodo ‘semplice’ è sposare un cittadino americano e poi fare la richiesta per acquisire la cittadinanza.
Oppure provate a partecipare alla lotteria per vincere la Green Card (che è il documento di residenza, NON di cittadinanza) che si svolge ogni anno.
Conosco diverse persone che hanno vinto. Ma anche tante che non hanno mai vinto pur provandoci da tanti anni.
Un altro sistema può essere quello di cercare lavoro in una multinazionale che abbia delle sedi negli USA spiegando  chiaramente che vi piacerebbe trasferirvi. Ma credetemi, non è semplice nemmeno questo.
In ultimo potete provare, restanto in Italia, a cercare in rete lavoro negli USA. Magari trovate qualcuno che vi sponsorizza il visto. Ma essendo una procedura anche abbastanza costosa, non è facile. E non credete alle promesse facili, purtroppo ci sono tanti furfanti e molti, ahimé, sono nostri connazionali.

Una volta arrivati in America, che fare?

Una volta che siete arrivati qui, in un modo o nell’altro, realizzerete che venirci da turisti è tutta un’altra cosa.
Per quanto quasi tutti gli americani amino noi italiani, sognino almeno una volta nella vita di fare un viaggio in Italia, e amino il cibo italiano (quello che loro credono sia cibo italiano), siamo e sempre saremo “gli stranieri” nelle nostre comunità.

Dovrete cercarvi casa nei quartieri giusti.

Dovrete attivare luce/gas, telefono, internet. Il tutto in un paese che ha leggi diverse dalle nostre e la burocrazia, notevolmente più veloce, è anche diversa. In ogni stato poi, le cose cambiano.
Dovrete cercare le scuole per i vostri figli. Le scuole sono legate alla vostra residenza, quindi vi consiglio di cercare prima la scuola migliore e poi di cercare casa in funzione della zona in cui si trova la scuola.
In quasi tutte le scuole ci sono le classi ELL (English Language Learner) o i tutor. Tendenzialmente sono fatte per i messicani, ma ci sono anche stranieri di altre provenienze. Danno una buona assistenza quotidiana (almeno per la nostra esperienza) sia durante le lezioni che nel dopo-scuola.
Fate le iscrizioni ai club post-scuola organizzati dalla scuola stessa. Ce ne sono tanti e sono molto utili ai nostri figli per entrare in contatto con la comunità e per fare conversazione e socializzare.

Non vi preoccupate per i vostri figli: loro nel giro di due o tre mesi sapranno la lingua alla perfezione e avranno socializzato con oltre metà della scuola.

Preoccupatevi per voi, mamme.

Soprattutto se all’inizio non avete un lavoro.
Sarete voi a sentirvi sole e ad avere attacchi di malinconia anche nel mezzo del supermercato. O a sentirvi frustrate perché al supermercato non riuscite a trovare un certo tipo di prodotti.

I miei suggerimenti a questo proposito sono due e semplici: per la solitudine vi consiglio di entrare nelle PTA della scuola (per legge ogni scuola ne ha una) che sono le associazioni genitori-insegnanti.
In questo modo incontrerete un sacco di persone e conoscerete meglio la realtà scolastica dei vostri figli.
Le PTA organizzano sempre un sacco di eventi e quindi avrete modo di partecipare alla vita della comunità e conoscere molte persone.

Per il supermercato vi consiglio Facebook: ci sono vari gruppi per gli expat (io stessa ne gestisco uno) nati proprio allo scopo di dare supporto morale e materiale a chi sta passando quello che abbiamo passato noi.

Una volta affrontato tutto questo, dell’Italia vi mancheranno solo due cose: le persone, non tutte, e la pizza!!!

Buona fortuna. E se avete bisogno di informazioni, contattatemi pure: altri l’hanno già fatto.

Nata ad Ivrea, con il mio compagno condividevo un sogno: vivere in America. Ed è grazie a lui e al suo lavoro (il mio l’ho perso a causa della crisi) che il nostro sogno si realizza.

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