Ultima modifica 17 Giugno 2023

Sono usciti due articoli sull’argomento “ritardi a scuola” e li ho letti entrambi.
Uno, del Corriere, parla di una scuola a nord di Londra in cui un preside ha istituito una multa per chi fa 10 o più ritardi all’ingresso, nel giro di un trimestre.

L’altro parla invece di 3 situazioni in Italia in cui i genitori che ritardano quando devono riprendere i propri figli devono pagare una multa in denaro.

Mi rattrista parecchio che questa soluzione, in due dei tre casi, abbia funzionato.

Ritardo a scuola: si puo’ curare con una multa?

Parliamo dell’ingresso a scuola.

Giorni su giorni vedi entrare i bambini e, al suono della campanella, c’è sempre quell’onda  piena di rumore, di chiacchiere miste a risate. Corsette e corse matte per arrivare primi in classe: un rumorone che nel giro di 15-20 minuti si affievolisce perché si comincia.

Ritardo a scuola

Sì, c’è sempre un possoandarealbagnoèurgente, o un hoilquadernodiarioastuccionellozaino, hodimenticatolozainoinmacchina (sì, capita nelle corse pazze di chi vuole arrivare in orario e quindi ci sta) però rientra nel fisiologico.

Questo mi dice che gran parte dei genitori rispettano l’orario d’ingresso.

La mia scuola, poi, è in una zona in cui parcheggiare diventa una di quelle “prove d’ingresso” che ti allietano fino alle 9 di sera, ma, nonostante questo, abbiamo la quasi totalità degli alunni che arrivano in tempo.

C’è il pulmino, c’è il pre-scuola: insomma, i ritardi, su 200 bambini circa, si riducono molto, ma ci sono. Credo che anche questo sia fisiologico nelle nostre mattine, se le guardiamo con distacco considerando il traffico, le sveglie imprecise. Far preparare per tempo dei bambini con lavatiidenti, homaldipancia, cadute nella pozzanghera con cambio pantaloni. Insomma, viviamo nella realtà, giusto?

Certo, il disagio c’è quando si inizia la lezione e si deve interrompere, però ci confrontiamo con delle famiglie, non con degli adulti soli ed automuniti e sappiamo bene che spesso è difficile e complicato.

Sappiamo bene che lo svegliarsi per tempo migliorerebbe la situazione, però ci vuole pazienza.

E se il bambino arriva in ritardo spesso?

Accoglienza sempre positiva, questa è la mia idea, perché il bambino in ritardo per la prima lezione è già  disagio di suo: posso infierire? A che pro per lui o per lei?

Poi si può parlare col genitore, in separata sede, cercando di risolvere insieme e di non considerare il ritardo all’ingresso come una mancanza di rispetto, perché sono convinta che non lo sia proprio.
Insomma, come insegnante credo che non dovremmo viverla sul piano personale e riconvertirla in un’occasione di confronto con la famiglia per trovare spiegazioni e soluzioni insieme.

Educare alla puntualità è una lunga strada che parte dalla gestione familiare.

Comprende la gestione dell’imprevisto, ma non può arrivare alle storie personali, per le quali, spesso, occorre rispetto e seria comprensione.
Ma il ritardo a scuola non si punisce con una multa.
Le multe le fa la municipale, per quanto mi riguarda.

Passiamo all’uscita.

10-15 minuti di attesa oltre l’orario di lavoro sono tollerati e tollerabili per chi lavora a scuola, anche perché non siamo formate per il “lancio del bambino” e comunque lo sappiamo: uscire in orario è impossibile.
Oltre i 15 minuti diventa un po’ antipatico e quindi, anche lì, e solo se la questione si ripete più volte a settimana, si può sempre cercare di risolvere parlandone.

Comunque, anche se non si risolvesse, cercare la soluzione punitiva nel mettere mano al portafoglio è una sconfitta educativa per tutti.

Certo sarebbe carino se questa gestione oraria allargata (parlo dei 15 minuti fisiologici) e spesso molto elastica, che comunque diventa la regola, non prendiamoci in giro e siamo realisti, venisse vista in modo costruttivo e venisse considerata come parte della professione insegnante e adeguatamente riconosciuta o in termini economici oppure in termini di recupero orario.
Capite bene che 15 minuti moltiplicati per 5 giorni fanno un’ora e un quarto a settimana, che diventano, in un anno scolastico una quarantina di ore.
Sono dell’opinione che il ritardo fisiologico in una comunità di 400 persone vada riconosciuto non come l’eccezione, ma come la regola e se il mio lavoro ha un’orario di servizio, sarebbe proprio carino che fosse regolato anche in quello sforamento.

Sarebbe carino.
Ma non lo sarà.

Comunque sono sempre dell’idea che il dialogo funziona meglio della multa: ci mette più tempo ad arrivare, ma arriva.

E se anche non arrivasse, si farebbe comunque una figura migliore come luogo educativo.
Anche perchè qualcuno che arriva in ritardo a scuola ci sarà sempre 🙂

Volevo fare l’archeologa… invece sono moglie, mamma, sorella e maestra e per me è più che sufficiente, anzi, ottimo. Sono una donna “orgogliosamente media”, ma decisamente realizzata, che non si annoia neanche un po’…

1 COMMENT

  1. Concordo pienamente! Ho sempre da dire con colleghe super precise che umiliano i bambini per 10 minuti, invece di accoglierli con un sorriso! Attenta rivedi ciò che hai scritto, nella battitura di una parola maschile ti è scappato un apostrofo. Scusa, capita digitando frettolosamente ma da insegnante a insegnante mi sembra corretto fartelo notare.
    Rossella

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here