Ultima modifica 12 Aprile 2021
Qualche giorno fa sulla pagina facebook In The Know innovation ho trovato questo video su tale smart crib, ovvero una culla “smart” per calmare il pianto dei neonati attraverso l’usanza della fasciatura. Fasciare i bambini appena nati è una usanza antichissima e trasversale di molte culture.
E questa culla intelligente ne ricalca il metodo.
Fasciare i bambini neonati: video su facebook della culla intelligente
La pagina In The Know Innovation è una sorta di piattaforma per startup che vogliono pubblicizzare prodotti innovativi o prototipi di oggetti di ogni genere.
Quando io ho visto questo video mi è subito tornato in mente un articolo letto diversi anni fa che raccontava di un pediatra americano divenuto il guru di moltissimi vip, tra i quali Madonna, che tra le sue pratiche aveva anche quella di fasciare i bambini per calmarli da pianti e dolori vari come coliche.
Si chiamava (e si chiama) Harvey Carp. E dopo una breve ricerca ho scoperto che questa culla e il pediatra avevano qualcosa in comune.
È bastata un’occhiata ai magazine inglesi come The Guardian infatti per sapere che la culla esiste, e si chiama Snoo. Ed è pubblicizzata come “il posto migliore per rendere i bambini felici” È nata dalla collaborazione di un designer ed educatore svizzero di nome Yves Béhar e questo dottor Harvey Carp, pediatra di Los Angeles appunto.
I due hanno realizzato questa culla intelligente che calma i neonati attraverso il metodo della fasciatura.
Karp sostiene che i neonati sono i meno sviluppati tra i mammiferi. In pratica manca loro il quarto trimestre di gestazione.
Per questo reputa che ricreare l’ambiente uterino per i primi tre mesi di vita li aiuti nello sviluppo.
E fasciare i bambini appena nati fa sì che essi si sentano ancora nella pancia della mamma.
Grazie al connubio con Béhar è nata questa culla, il posto più sicuro dove far dormire i piccoli, a sentir loro.
La culla è dotata di microfoni e sensori che consentono di rilevare movimenti e pianti così da azionare autonomamente il movimento ondulatorio per calmare i piccoli.
Che sono bardati e attaccati al lettino che neanche una camicia di forza nei vecchi ospedali psichiatrici.
I bimbi infatti vengono fasciati con delle apposite bande, e infilati in un mini sacco a pelo che con un velcro si blocca al materasso.
Questa sacca ha anche un sensore di temperatura che consente di monitorare se il bimbo ha caldo o freddo. E lo mantiene come nell’utero materno.
C’è anche un’app collegata alla culla,
che consente ai genitori di controllare
i piccoli a distanza.
Come un frigorifero o l’allarme di casa.
Scopo di questa culla è migliorare il sonno dei piccoli e anche la tranquillità dei genitori.
Il designer svizzero racconta di essere stato ispirato per questa invenzione dai suoi quattro figli.
Certo che avere quattro figli ti porta a inventarti di ogni pur di riuscire a dormire un paio d’ore per notte. (E di notti insonni ne sappiamo qualcosa tutte noi!)
Ma l’idea di fasciare i bambini, per quanto comprovata da studi ed esperti (?), a me lascia ancora qualche dubbio.
Non so, a volte questo ritorno alle origini mi sembra una forzatura. E tutti gli sforzi che abbiamo fatto per progredire e trovare soluzioni che ci semplifichino la vita?
Per non parlare della tenerezza che mi fanno questi poveri bambini legati come dei salami e impossibilitati a fare ogni movimento liberamente…
Che poi, a cercare in rete, al di là del medico dei vip, ‘sta storia di fasciare i bambini è ripresa praticamente solo da siti di mamme e forum di gente comune.
Voi direte, ma anche voi siete un sito di mamme che parla alle mamme.
Per questo mi son presa la briga di andare a leggere qualcosa di più scientifico che parlasse dell’usanza di fasciare i bambini, e soprattutto se tale usanza fosse, oggi nel 2018, ancora una pratica utile e salutare, oltre che di moda tra le star.
E ho trovato una ricerca, questa sì autorevole, svolta dalla Southampton University Hospital
La ricerca è stata capitanata dal professor Nicholas Clarke, chirurgo ortopedico, sembrerebbe di una certa esperienza.
Che ha studiato migliaia di casi di bambini “in fasce” (guarda caso anche l’etimologia delle parole ci riporta indietrissimo nel tempo) che da adulti si sono ritrovati, a causa di questa usanza, a dover fronteggiare problemi di natura ossea.
Problemi alle anche, displasia, che dovevano poi essere risolti sul tavolo operatorio.
Il monito che ha lanciato il professor Clarke, che è certamente più esperto della writer che vi scrive, lo riporto fedelmente, con traduzione annessa:
“My message to my clinician colleagues is that research, done in the right environment and prosecuted properly …is absolutely pivotal to clinical progress.”
Il mio messaggio ai miei colleghi clinici è che la ricerca, svolta nell’ambiente giusto e perseguita correttamente … è assolutamente fondamentale per il progresso clinico.
“Karp sostiene che i neonati sono i meno sviluppati tra i mammiferi. In pratica manca loro il quarto trimestre di gestazione.
Per questo reputa che ricreare l’ambiente uterino per i primi tre mesi di vita li aiuti nello sviluppo.
E fasciare i bambini appena nati fa sì che essi si sentano ancora nella pancia della mamma.”
Dunque la risposta è molto semplice. Fasciste i bimbi, ma di certo non in questo modo, ma portandoli addosso, lasciando che proseguano la loro esogestazione a contatto con la mamma, è quello il loro posto. A questo serve il babywearing. Tutto il resto è triste marketing.
Mancanza del quarto trimestre di gestazione? Ricreare lMambiente uterino? Ma di che stiamo parlando? Madre natura sa quello che fa e se lo fa in una maniera piuttosto che un’altra, vi e’ sempre una ragione. Madre natura li avrebbe fatti nascere in fascia se questo fosse stato benefico e necessario. Tra l’altro non esiste nessuno studio scientifico che provi che i bambini fasciati siano piu’ calmi di altri o che riduca le morti in culla. Lasciamoli dormire in pace… sfasciati!