Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Mi piacerebbe conoscere il pensiero di altre mamme, anche di NON-adolescenti, perché in fondo, almeno qui, il problema nasce ben prima della fatidica adolescenza.
Adolescenti e farmaci negli USA
Vi racconto un episodio che secondo me dà una chiara idea della situazione.
Siamo in una 4 elementare di una città della provincia americana.
La maestra di mia figlia, durante una pausa pranzo, mi confida che ha un problema con un bambino e ne vuole parlare con i genitori.
Per chi non mi segue dall’inizio spiego che qui i genitori che si offrono volontari possono essere presenti in classe durante le lezioni. Io aiutavo la maestra a correggere i compiti, a sistemare la biblioteca di classe, a fare fotocopie.
Quindi conoscevo tutti i compagni di classe di mia figlia.
Quando la maestra mi dice di avere un problema con Jack perché è iperattivo, io casco un po’ dal pero. Giuro non mi sono mai resa conto di questa iper-attività.
A questo punto comincio a prestare un po’ più di attenzione a questo bambino.
Insomma, parliamo di un bambino di 9 anni, un maschio.
A me non pareva proprio iper-attivo.
Sì, ogni tanto lo vedevo muovere le gambe o tamburellare sul banco, ma, ripeto, parliamo di un bambino di 9 anni. A me sembrava perfettamente normale e non più attivo di altri. Un po’ più svogliato, quello sì.
Dopo qualche settimana di continua osservazione mi accorgo che il bambino passa l’intera lezione a dormire. A me questa cosa dava un po’ di prurito alle mani.
Durante un’altra delle nostre pause pranzo insieme, riporto su l’argomento e la maestra mi dice che ne ha parlato coi genitori e che anche loro hanno qualche problema a “contenere” la creatura e ne hanno parlato col loro pediatra il quale gli ha dato qualcosa per calmarlo.
Qualche cosa… cosa?
Ma stiamo scherzando?
A 9 anni diamo farmaci ai bambini per “calmarli”?
Quel povero bambino era talmente calmo che dormiva tutto il tempo.
Io ero basita e ho espresso le mie perplessità all’insegnante.
Certo la sua vita in classe ora è più semplice e anche quella dei genitori del ragazzo.
Pensate che bello avere una classe di bambini silenziosi… e addormentati!
A me sembra un ottimo sistema per i genitori che arrivano a casa stanchi e non hanno alcun desiderio di avere a che fare con in bambino che richiede attenzioni.
Sono i nostri figli.
Li abbiamo messi al mondo
e non possiamo poi abbandonarli.
Dobbiamo stare con loro.
Giocare con loro. Studiare con loro.
E’ il nostro ‘lavoro’.
Questo tema dell’uso di farmaci è più volte venuto a galla durante le chiacchierate in famiglia proprio perché non vorrei MAI che qualche insegnante un giorno venisse a dirmi che i miei figli sono iper-attivi.
Io in casa tengo solo aspirina, ibuprofene, cerotti e sciroppo per la tosse. L’aspirina tra l’altro ho scoperto che è scaduta 2 anni fa. Figuriamoci quanto la usiamo.
Poi, quando i miei figli hanno cominciato a frequentare il liceo, hanno cominciato a raccontarmi che TUTTI i loro compagni fanno uso quotidiano di farmaci contro ‘ GLI ATTACCHI DI PANICO’.
Sì, avete letto bene!
Al liceo e al college gli studenti prendono la pasticca contro gli attacchi di panico.
Ma panico di che?
Scusate, io sono un po’ una mamma vecchio stampo e piuttosto darei ai miei figli un paio di sonori ceffoni e l’attacco di panico passa!
Questi manifesti si trovano in ogni scuola e nelle sale d’aspetto dei medici.
Non voglio offendere nessuno, per carità, ma a me pare tutta fuffa. Voi cosa ne pensate? Anche i vostri figli hanno attacchi di panico? Anche voi date le pastiglie ai vostri figli “iper-attivi”?