Ultima modifica 10 Ottobre 2019
La mia esperienza di espatrio in Cina mi ha dato tanto finora.
La cosa che considero più preziosa è stata la possibilità di dedicarmi ad una delle mie più grandi passioni: la scrittura.
La difficoltà oggettiva nel trovare un impiego ordinario (in Cina la legge sui permessi di lavoro è molto restrittiva per gli stranieri) e il conseguente molto tempo libero a disposizione mi hanno spinta a fare del mio hobby di sempre una vera occupazione.
Ho deciso che avrei iniziato a fare seriamente.
Ed è così che ho iniziato a scrivere libri.
Il mio primo romanzo è stato “Prezzemolo & cilantro”, la storia di tre donne italiane che seguono i loro mariti in Cina. Pur non essendo prettamente autobiografico, c’è tanto di me tra le pagine. Le difficoltà, le paure, gli entusiasmi.
Lo scontro con una cultura così diversa che affascina ma ti porta anche a rifugiarti dietro stereotipi sono tutti temi ben conosciuti tra le espatriate italiane in Cina.
L’11 novembre uscirà “L’inquietudine del drago”.
Una storia che non tratta più di expat, ma di giovani italiani che, cercando se stessi, finiscono nella caotica, turbinosa Shanghai.
Maia capita in Cina un po’ per caso, inseguendo l’infatuazione per il bel professore di economia che le ha proposto uno stage a Shanghai. Ha accettato solo perché lui le ha promesso di raggiungerla, ma una volta arrivata tutto sembra andare a rotoli.
Il professore non si fa più vivo, l’appartamento dove viene sistemata è sporco e squallido, i colleghi poco amichevoli e la paga inferiore a quella promessa.
Maia sta per arrendersi e tornare in Italia quando inizia a frequentare Lele, un ragazzo italo-cinese che si è recato in Cina per ritrovare i parenti mai conosciuti e ristabilire un legame con le sue radici.
Lele vive con inquietudine la sua dualità culturale e l’incertezza di sentirsi appartenere più ad uno che all’altro paese.
Il suo viaggio in Cina, se da un lato gli permetterà di riappacificarsi con questo aspetto della sua personalità, dall’altro gli svelerà un terribile segreto familiare.
Colpito da una verità che scardina i suoi punti di riferimento, Lele abbandona Maia, che si ritrova nuovamente sola e rischia di perdere la direzione tra le lusinghe della metropoli.
Trovarsi per la prima volta davanti alle sfide della vita adulta farà crescere i due ragazzi e metterà loro davanti nuove sfide e nuove possibilità.
Ci sono moltissimi giovani italiani in Cina, arrivati per studio o per lavoro. Solitamente sono molto soddisfatti della loro esperienza. Molti non vorrebbero più andar via e fanno di tutto per trovare un impiego a tempo indeterminato nel Celeste Impero.
Come fare se si volesse provare a vivere un periodo in una città cinese?
L’opzione “vado col visto turistico e poi vedo se trovo un lavoretto lì” è decisamente da scartare. Prima di tutto è vietato, secondariamente il mercato del lavoro è molto competitivo e l’offerta gigantesca. Per gli stranieri non ci sono a disposizione lavori da, facciamo un esempio, cameriere, gelataio o cuoco. A meno che non siate un capo sala, un maestro pasticciere o uno chef, ovvero posizioni di alto livello che possono garantire l’ottenimento del permesso di lavoro.
Ecco invece alcuni modi legittimi che possono permettervi un soggiorno in Cina più o meno lungo:
- Fare uno stage (o internship) pagato o non pagato. Puoi cercare di ottenere una borsa di studio come quelle europee di Erasmus Mundus, opzione che ti permette di coprire una parte delle spese ma che può essere molto lunga e impegnativa, oppure rivolgerti ad un’agenzia. Nell’ultimo caso, il processo può essere molto più veloce ma devi pagare tutto di tasca tua, compreso il compenso per l’agenzia.
- Diventare ragazza alla pari: per giovani dai 18 ai 29 anni, si può fare un periodo dai tre ai dodici mesi in Cina vivendo in famiglia ed occupandosi dei bambini. Vitto e alloggio sono garantiti ma deve piacerti l’idea di lavorare coi bimbi.
- Iscriversi ad un’università locale per uno o più semestri ed imparare il Cinese. Si possono scegliere grandi città come Pechino e Shanghai, o anche centri più piccoli nei quali in pochi parlano inglese ed è quindi più facile (o obbligato!) usare la lingua del posto. Anche qui puoi provare ad ottenere una borsa di studio, come quelle del governo cinese o dell’Isituto Confucio, oppure decidere di pagare tutto per conto tuo.
- Cercare un lavoro in Cina dall’Italia. Si possono cercare offerte di lavoro su Linkedin, siti specializzati o utilizzare questo motore di ricerca ideato dal sito Saporedicina. Come già detto trovare lavoro in Cina non è semplicissimo, soprattutto per chi non ha esperienze pregresse. Ma, se intenzionati a restare per un periodo piuttosto lungo nel Celeste Impero, è senz’altro un’opzione da considerare.
Qualche consiglio?
Affidarsi ad agenzie serie (chiedere in giro sul web, iscriversi a gruppi o forum e fare domande). Non fare come Maia che parte senza saperne nulla, ma informarsi bene prima di arrivare in Cina. Reperire informazioni sulla città dove andrete a vivere, sulle limitazioni di internet e le eventuali alternative, sugli usi e costumi e su tutto quello che può risultarvi utile per il soggiorno cinese.
E se poi volete leggere i miei romanzi per avere un assaggio di come sia vivere in Cina, non mancate di visitare la pagina dedicata ai libri sul mio blog Cucinanto.com o la mia pagina Facebook.