Ultima modifica 28 Gennaio 2019

Non ditemi che non avete letto o visto il servizio dedicato all’ Accademia della Crusca che ha sdoganato il brutto difetto dei meridionali di transitivizzare i verbi intransitivi.

Esci il cane che lo piscio.
Per l’ Accademia della Crusca è corretto?

accademia della crusca

Precisazione in incipit: sono una terrona abituata al verbo transitivizzato, ma leggere o sentire persone di tutta Italia storpiare la lingua di Dante mi fa accapponare la pelle da nord a sud.

Figuratevi quando, in missione a nord (Napoli) per conto di Dio ho scoperto che io, che mi vantavo delle mie origini toscane per parte di madre, sbagliavo un verbo. E non solo!

Da quando sono lontana dalla mia città e dunque dalla mia comfort zone linguistica che mi capisce e che capisco, mi sono accorta che la lingua italiana è zeppa di regole che a volte si sconoscono, e soprattutto è un bene prezioso da difendere.

Che parlarla e ancor più scriverla è difficile difficilissimo. E a furia di farlo (di scrivere cioè, ndr), complice anche l’aver rispolverato i libri di grammatica coi compiti dei miei figli, mi riscopro a volte la signorina Rottermeier dell’idioma di Manzoni e Leopardi.

Nel continuo tentativo di correggere lo svarione, penna rossa o blu in tasca e alla tastiera, per il bene del lessico tutto.

Perché diciamo la verità, tutti noi italiani facciamo un po’ a botte con la grammatica.

accademia della crusca

Diversi anni fa fece scalpore ad esempio che ad un concorso per magistrati a cui si presentarono in 43mila, gli errori di grammatica (dei futuri giudici eh, quelli che in teoria dovrebbero sapere scrivere a menadito) furono tanti e tali da indurre la commissione a sollevare un vero e proprio “caso giudiziario”.
Mi vengono in mente immediatamente ceretta al linguine, coltelli affiliati, pizza ad omicidio, tanto per cominciare con errori simpatici.
Stamane in radio ad esempio ne ho sentita una bellissima: “La viticoltura è una branchia dell’alimentazione”. Si con la quale si respira nel bicchiere pieno di liquido!!

Per non parlare di accenti, acca e apostrofi.

In questi giorni però, con sommo disappunto per i puristi, l’ Accademia della Crusca ha fatto pavoneggiare un sacco di gente, che, cominciando con un “Hai visto? Lo dice l’Accademia della Crusca”, ha applaudito alla sua decisione di ritenere corretto l’uso di transitivizzare alcuni verbi intransitivi.

Esci il cane che lo piscio qualcuno mi ha scritto!

accademia della crusca

E da oggi sembrava pure corretto!

Perché a sud, i verbi di moto uscire e entrare sostituiscono i colleghi transitivi “porta fuori, metti dentro” e compagnia.
Esci il cane dunque, ma anche entra i panni, entra la macchina in garage, esci i vestiti dall’armadio.
E da oggi non puoi neanche più dire (ahimè!) “E l’ Accademia della Crusca muta”!

Dopo anni di strafalcioni deve essersi arresa. Avete vinto voi -avrà detto.

Esci il cane si può dire, ha tuonato in questi giorni.

Ma come???? Come hai potuto? Ti avevo perdonato dopo petaloso solo perché a rivolgerti a te era stato un bambino, ma un orrore dialettale di tal guisa no…

Dunque fra un po’ potremo anche giudicare corretto “ho rimasto una fetta di torta per te” o “Ho avanzato del formaggio in frigo”?

O vogliamo anche dire ai ragazzi che studiano analisi grammaticale che “le chiamo al cellulare e la telefono” vanno bene???

Vogliamo cambiare sesso a qualche sostantivo, come ascensore e aspirapolvere che in alcune regioni sono femminili?

O andare dal dentista per farci togliere la mola del giudizio? E ancora far appendere al resto d’Italia i cartelli “Sto venendo” (trad. siciliano-italiano: vado un attimo via e torno immediatamente) al posto di “Torno Subito”?

Qualcuno ha scritto che si, l’ Accademia della Crusca ha fatto bene a difendere questi errori veniali. Non sono gravi, sono frutto di contaminazioni. Le lingue si evolvono, si mescolano e si stravolgono.
Sarà ma a me continua a venire la pelle d’oca. Sono talebana della grammatica.
La contaminazione mi piace in cucina e non sui libri. Tollero poco le incursioni anglosassoni figuriamoci quelle dialettali.

Che poi oltretutto, sbagliando la costruzione di una frase in italiano abbiamo maggiori difficoltà a renderla in altre lingue… Come fai a imparare una lingua straniera (tipo quelle che prevedono i casi) se non fai differenze tra transitivo e intransitivo? Fanno bene allora quelli che sostengono che il latino è lingua tutt’altro che morta e gridano all’obbligo alle scuole medie?

E ancora: dovremo ristampare i dizionari, e dire a Bill Gates di aggiornare il software per il correttore automatico??

accademia della crusca

No, no e poi no. Non transigo sul transitivo.

Poi, proprio mentre scrivevo, ecco la luce in fondo al tunnel. La risposta a tutte le mie domande, l’illuminazione di Fantozzi colpito dal fulmine sotto la pioggia.
A rendere più forti le mie certezze il gran capo dell’ Accademia della Crusca, il Sup. Egr. Lup. mann della scrittura italiana.

Claudio Marazzini, presidente dell’integerrima Accademia.

Che in un articolo su IlSole24Ore puntualizza.

Alcuni lettori avevano posto all’Accademia il quesito se fosse corretto costruire una frase con il verbo sedere seguito dal complemento diretto. E la risposta è stata fraintesa, perlomeno manipolata dai social media. Marazzini lo spiega in modo impeccabile.

L’articolo poi continua:

La lingua, anche quella italiana che per la sua letterarietà d’origine è tra le meno flessibili fra le neolatine. è viva e dunque si evolve. E di questo non c’è di che stupirsi.
Certamente il parlato può poi tollerare strafalcioni che nello scritto continuano ad essere inammissibili.
Tuttavia “scendere il cane” continua e continuerà ad essere un errore, e la semplificazione di Twitter, anche se trend topic, nulla può contro alcuni limiti della grammatica, che a differenza del parlato, è regolata e ha le sue prescrizioni.

Di che cosa stiamo parlando…

1 COMMENT

  1. Ai mai pensato di morirli? … Sono tutti i giorni in trincea con l’elmo di scempio (Mameli mi scusi) ma da come mi sembra, ed essendo del ’47 del secolo scorso, ne ho viste tante.
    Mala tempora currunt… del resto in periodo di epidemia transgender anche la lingua di adeguerà. Gli intransitiv* diventeranno TRANS
    Ti prego di continuare nella lotta

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