Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Adattarsi alla cultura del paese che ci ospita e rispettarla. Solo così possiamo diventare cittadini del mondo e vivere ovunque ci capiti di dover andare a vivere.
Il mondo degli expat si divide in due categorie: quelli che, anche se si trovano in un posto orrendo, riescono a vedere il bello in ogni cosa e ad adattarsi, e quelli che… non c’è niente da fare, non staranno mai bene, nemmeno se vivessero in un luogo da sogno. Riusciranno sempre a trovare qualcosa di negativo e a convincere anche te se non stai attenta.
Ecco, io mi tengo lontana da quelle persone. Perché già è difficile di per sé la vita da expat, senza bisogno di vedere tutto nero.
Io appartengo alla prima categoria. Non vivo in un posto incantevole, proprio no. Ma a me piace. L’inverno è atroce ma anche le “estremità” mi affascinano. Così riesco a farmi piacere anche quello. E cercando di vedere sempre il lato positivo, anche chi mi sta intorno vive meglio. La mia positività mi ha permesso di adattarmi perfettamente a questa città.
E bisogna sapersi adattare al luogo in cui si vive. Agli usi e costumi, alla cultura del luogo. E dobbiamo imparare a prendere ogni cosa e ad infilarla nel nostro bagaglio culturale. Perché in fondo abbiamo sempre qualcosa da imparare dalle altre culture. Sia quando vai in un altro paese, sia quando lo straniero viene nel tuo paese. Poi sarai tu a decidere cosa ti piace di più e cosa meno. Ma il rispetto deve sempre essere una priorità.
Poi una mattina leggo un articolo : una famiglia marocchina che è arrivata in Italia 6 anni fa ma la madre non accetta l’occidentalizzazione della figlia. A volte, confesso, fatico ad accettare l’americanizzazione di mia figlia, soprattutto per come mangerebbe e come si vestirebbe… ma da qui a impedirle di frequentare le sue amiche, o minacciarla di morte e insultarla… Mi spiace ma io dico che se un posto non ti piace, qualsiasi sia la ragione per cui non ti piace, tornatene a casa tua. Proprio perché io non potrei vivere in un posto che non amo.
Insomma, quella donna si è praticamente chiusa in casa, non frequenta nessuno e non vuole che la figlia frequenti ragazze occidentali. Allora cosa diamine ci sei venuta a fare? Se questo paese ti fa tanto schifo e vorresti che fosse come il tuo, allora torna nel tuo. Ma se sei in Italia, un motivo ci sarà pure, no?
No, non è razzismo il mio. Non potrei esserlo perché io per prima sono ospite nel paese in cui vivo. Perché qui intorno a me ci sono persone di ogni razza, colore, etnia e religione. E tutti vivono insieme rispettandosi a vicenda e accettando le regole del paese che li ospita.
Rispetto e adattamento. Solo così riesco a sopportare la nostalgia di casa. Se voglio essere rispettata, devo rispettare.