Ultima modifica 21 Aprile 2021
Quando si è adolescente a volte non è sufficiente avere una buona stima ed immagine di sé.
I pensieri ed il giudizio di sé sono altamente positivi, ma si resta comunque insoddisfatti della propria immagine.
E’ qui che si ricorre all’idea dell’altro su di sé, per compensare lo sbilanciamento.
Questo processo è visibile negli adulti e nei più piccoli, oggi però vorrei soffermarmi sulle dinamiche che si sviluppano in tal senso negli adolescenti.
Il bisogno dello specchio dell’altro su di sé: quando diventa dipendenza nell’ adolescente
Quando si ricorre allo specchio che l’altro rimanda di sé, per stare bene con se stessi, nei giovani si possono riscontrare atteggiamenti estremamente estroversi, a volte seduttivi, che parlano di un forte narcisismo.
Elisa, una adolescente di 16 anni, fortemente bisognosa sotto questo punto di vista, è da alcuni anni che esibisce il suo corpo, la sua immagine, la sua persona in modo eccentrico al mondo.
Non può permettersi di uscire da casa struccata o indossando un comodo abbigliamento casual. I capelli sono sempre in ordine, come il suo corpo perfettamente curato in forma e dimensioni.
Alcuni tatuaggi dipingono parti del suo corpo, disegnando artisticamente contenuti e colori differenti, in un quadro armonico che arricchisce una bellezza già disegnata naturalmente.
Elisa è molto apprezzata sia dai pari che dagli adulti. Riceve sempre numerosi complimenti sulla sua persona. Vive al centro degli sguardi altrui, eppure ciò non le basta.
Ricorre così ai Social.
Pubblicando foto e video di sé, sotto qualsiasi forma e contenuto, ottiene un’enorme visibilità, milioni di like e commenti di apprezzamento.
L’uso dei Social per l’ adolescente diventa una droga. Elisa non può farne a meno di sentirsi così importante, vista, considerata, lodata.
Cosa ci dice questa storia?
Io credo che se il bisogno di riempirsi di ciò sia così profondamente incolmabile, dall’altra parte della bilancia deve essere necessariamente presente un vuoto talmente grande da risultare altrettanto incolmabile.
Le cause di questo?
Come sempre possono essere numerose.
Cosa può esser d’aiuto ad un adolescente in questi casi?
Affinchè tale meccanismo non si tramuti in qualcosa ai limiti della patologia, forse per Elisa potrebbe essere d’aiuto fermarsi un attimo e fare i conti con questi vissuti di vuoto che ora non vede né sente né comprende.
Non è facile riconoscerli. Perché ciò significa guardare negli occhi la solitudine, la tristezza, l’angoscia del vuoto, la sensazione di scarsa stima di sè.
Negli adolescenti, il conforto coi pari è indispensabile.
I ragazzi preferiscono ciò che arriva da chi non è “famiglia”. Per cui un consiglio, un parere, uno sguardo attento di un’amica potrebbe davvero fare la differenza.
Un genitore, preoccupato per questa dinamica, potrebbe davvero trovare efficace questa strada e perseguirla.
Inoltre, come genitori, è importante chiedersi dove può essere mancato qualcosa, dove si può avere commesso un errore.
La questione in essere, generalmente, non è qualcosa che nasce nell’ adolescente, ma molto prima.
Forse il bisogno di Elisa ha origine da un’infanzia nella quale si è sentita poco vista o valorizzata.
Forse non ha saputo esprimere il suo bisogno di rispecchiamento così tanto bramoso. E magari non ha potuto trovare un adeguato riflesso di sé.
Qualsiasi cosa sia successa, si può rimediare ora.
Prima di tutto capendo cosa è successo, come sopra indicato.
Se la situazione è davvero critica, nulla porta a miglioramenti, o si preferisce condividere tali pensieri ed emozioni con una persona più neutra e meno coinvolta, è necessario chiedere l’aiuto di un professionista.
Il quale comprenderà il momento con empatia, accoglienza, senza giudizio, e guiderà alla soluzione personale più utile, efficace, pensata e condivisa sul bisogno stesso della persona.