Ultima modifica 28 Aprile 2021

Essere genitori, oggi, sembra più complicato che in passato.
I modelli educativi con cui ci dobbiamo confrontare non ci appartengono, ma è sempre più difficile costruirne di nuovi che rispecchino le nostre aspettative e i bisogni dei nostri figli.

Se poi siamo genitori di figli adolescenti la questione è ancora più complessa.

C’è un tema che quasi nessuno tiene in considerazione, ma che è uno degli snodi essenziali che non possiamo dimenticare.

Facciamo un passo indietro.

Viviamo in un mondo in cui il tema della protezione dai pericoli (che durante la nostra adolescenza sembravano non esserci) è diventato di primaria importanza, frutto di una complessificazione sociale che non riconosciamo. Oggi, molto più di ieri, siamo portati a tutelare i nostri ragazzi da ciò che di brutto la vita potrebbe proporre loro.

Questa scelta è frutto di un sentimento di rivalsa che abbiamo maturato per come siamo cresciuti?

In parte potrebbe essere vero, visto che siamo figli di una generazione che – totalmente impegnata a rispondere a bisogni di sopravvivenza economica – poco ci stava dietro. Lasciandoci qualche volta allo sbaraglio in un mondo che cambiava comunque più lentamente rispetto ad oggi.

Ma siamo così sicuri di questo?

Ricordo molto bene la mia adolescenza a cavallo tra gli anni ’80 e i ’90.
Una società che usciva dal boom economico e si portava gli strascichi di una generazione (precedente alla nostra) caratterizzata dal sacrificio e dalla volontà di non far pagare lo stesso prezzo ai propri figli. Un’epoca in cui la tecnologia cominciava a fare passi da gigante rappresentando un gap generazionale mai provato prima. Anni in cui tutto si modificava rispetto ad un passato conosciuto e riconosciuto da tutti come un punto fermo.

Un’era in cui la famiglia allargata tradizionale si perdeva nei meandri della crescita (irresponsabile) di città che acuivano il senso di solitudine e la necessità di appartenere a qualcosa. Che fosse l’oratorio, il gruppo di quartiere, il successo scolastico, la squadra sportiva.

figli senza protezione

Un’epoca in cui gli adulti erano quasi totalmente assenti fisicamente. Ma che si fidavano della società educante.

Erano gli anni in cui se a scuola prendevi una nota a casa ti aspettava “il resto”. Un tempo in cui ciò che noi ragazzi combinavamo difficilmente veniva alle orecchie dei nostri genitori. Un periodo in cui o crescevi o ti perdevi.

Con tutti i pro e i contro di questo processo.

Oggi la situazione sembra ribaltarsi così tanto da sconfessare il modo in cui siamo cresciuti noi.

Viviamo in un’epoca in cui noi genitori cerchiamo di togliere dal processo di crescita dei nostri figli ogni possibile ostacolo: a partire dalle frustrazioni che da piccoli possono vivere di fronte ad un no, passando per il contestare il ruolo educativo della scuola e delle agenzie educative fino ad arrivare a estremizzazioni come quei genitori che – davanti a un reato di rilevanza penale – mandano messaggi intimando di cancellare le prove di quanto commesso. Così che se la possano cavare comunque.

Siamo la generazione dei “Genitori Spazzaneve”.

genitore spazzaneve

Ma quanto questo stile educativo può risultare efficace per i nostri ragazzi?

Quanto proteggerli da possibili frustrazioni può riuscire a renderli degli adulti degni di tale nome?

La risposta sta nelle notizie che sempre più si sentono sui mezzi di comunicazione di massa. Figli che non sono in grado di prendersi la più piccola responsabilità, ragazzi che non riescono a sopravvivere alla più piccola frustrazione, adolescenti che si sentono onnipotenti (ancora di più?) perché inesorabilmente con le spalle coperte. Qualsiasi cosa facciano.

Sia chiaro: da un punto di vista emotivo comprendo molto bene la voglia di proteggere i propri figli dalle difficoltà della vita. Ogni volta mi chiedo come mi comporterei nei confronti di mia figlia se si trovasse in un guaio più grande di lei. Ma altrettanto costantemente cerco di domandarmi se sto facendo il suo bene evitandole ogni possibile sofferenza.

Perché alla fine il confine tra evitare ai nostri figli le difficoltà e crescerli deboli e irresponsabili è fin troppo sottile.

Come possiamo trovare l’equilibrio tra questi due opposti? Come possiamo fare pace tra ciò che sentiamo esserci mancato e ciò che stiamo garantendo troppo gratuitamente ai nostri figli?

Si riesce a essere genitori in equilibrio tra il sentimento di protezione e la spinta all’autonomia?

protezione o autonomia

La domanda è più complessa di quanto possa sembrare e necessita di riflessioni e confronti. Perché in ballo non c’è solo il futuro di ognuno dei nostri figli, ma della società tutta.

Anche questo fa parte del grande dilemma su quale mondo lasceremo ai nostri figli. Perché dobbiamo anche domandarci che adulti lasceremo a gestire questo difficile mondo.

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