Ultima modifica 21 Maggio 2019
L’adozione è un percorso difficile.
Quando si scrive su un argomento delicato come l’adozione non si può certo pretendere che tutti la pensino allo stesso modo.
Ho sempre detto che quello che scrivo è quello che io e la mia esperienza di mamma adottiva mi portano a pensare.
Coadiuvato da quello che leggo, ho letto, studio ed ho studiato sull’argomento.
Insieme alle mille chiacchiere che faccio, insieme a tante altre mamme o papà adottivi.
Le Nuove Mamme è un giornale di opinione, quindi lungi da me definirmi una “luminare” del settore, sono solo una chiacchierona che ha un canale preferenziale dove tradurre i suoi pensieri in parole.
Perché ho fatto questa puntualizzazione?
Perché ogni volta che tocco argomenti un po’ più “pesanti” mi tiro addosso l’ira di molti.
Anche questa volta, dopo aver parlato nell’ultimo articolo della rabbia negli adolescenti adottivi mi sono arrivati messaggi di sdegno.
Secondo qualcuno spavento le coppie che vorrebbero adottare e li allontano da questo “bellissimo” percorso.
Ora, intanto vorrei ringraziarvi del potere che mi attribuite pensando che io possa con le mie parole cambiare totalmente il percorso di vita di alcune persone anche se sono certa che non ne abbia così tanto.
Vorrei fare però alcune precisazioni a riguardo.
L’adozione è un percorso meravigliosamente difficile
Punto primo: se qualcuno che ha deciso di intraprendere il percorso adottivo, si fa spaventare da quello che racconto, forse è meglio che si soffermi a riflettere.
Se quel qualcuno non vuole accettare che all’interno di questo percorso ci possono essere, oltre che al bello e al buono, mille difficoltà e decide di abbandonare dopo aver letto quello che scrivo, allora penso di aver fatto un lavoro eccellente.
Come si suol dire per parafrasare un famoso film, QUESTO NON È UN PAESE PER DEBOLI DI INTENZIONI.
L’adozione è un percorso in cui la volontà non dovrebbe vacillare.
Dovrebbe al massimo vibrare o tremare per la paura di non riuscire ma, se solo al sentir parlare di difficoltà, si scappa allora meglio lasciar perdere subito.
Sono convinta che la consapevolezza aiuti poi a non perdersi.
Se una coppia sa da subito che potrebbe trovarsi a dover affrontare certe difficoltà, e sa quali sono queste difficoltà, invece che cadere dal pero quando queste arrivano e venirne travolti, magari riesce a mettersi in ascolto attivo in tempi precoci rispetto alle situazioni stesse.
Poi arrivarci con quel minimo di preparazione, non guasta mai.
Rendere consapevole una coppia che a volte l’amore non basta.
Che noi non andiamo a salvare nessuno, che può capitare che si debba chiedere aiuto e sostegno agli specialisti perché non c’è niente di cui vergognarsi, forse renderebbe ancora più facile questo percorso. Anzi forse farebbe calare drasticamente quelli che si traducono in fallimenti familiari perché la prevenzione spesso è efficace al punto da non far esplodere le situazioni difficili.
Punto secondo: la rete tra famiglie.
Sono fermamente convinta che fare rete fra genitori, specie se supportati da un’associazione, sia un modo efficacissimo per aiutarsi e sostenersi a vicenda. Aiuta a non chiudersi, aiuta ad affrontare i problemi in situazioni protette, aiuta a prendere contatto con gli specialisti per parlare di situazioni più faticose del dovuto o situazioni che tutti, bene o male, arriviamo a toccare con mano, vedi la scuola ad esempio.
Moltissimo è stato fatto, e ne ho parlato più di una volta, per arrivare ad un rapporto più efficacie con la scuola tant’è che ne sono nate le linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati.
Sono moltissime le associazioni che dedicano incontri per parlare del percorso adottivo sia nelle primissime fasi, che a percorso già in atto. M21oltissimi i gruppi di mutuo auto aiuto fra famiglie e finalmente sono nati anche gruppi di sostegno per i ragazzi stessi che, ormai cresciuti, sentono il bisogno di confrontarsi fra loro e parlare del loro vissuto.
Terzo punto, e nota a volte dolente, è invece la rete sul web.
Il mondo di internet, come per tutto, ha due risvolti anche in questo ambito.
Il primo, positivissimo, è che ha allargato la rete di sostegno bene o male a tutti.
Questo ha portato anche le persone meno inclini a parlare di sé e delle proprie vicissitudini familiari ad aprirsi o quantomeno a leggere le esperienze altrui e quindi ad accettare confronto e riflessione.
Purtroppo anche in questo campo ci sono i “leoni da tastiera” che tendono a mettersi sullo scranno e a dispensare consigli non richiesti e molto spesso giudizi.
Questo giochino certo esiste dalla notte dei tempi, esiste in tutti i campi, è vero.
Io però lo trovo particolarmente odioso quando si sviluppa all’interno di gruppi il cui scopo è quello di supportare, accogliere e magari anche rassicurare le persone che, in piccole o grandi difficoltà, vi si rivolgono.
Come è pensabile parlare di situazioni anche pesanti, a volte pesantissime, su un forum dedicato ai genitori adottivi, se poi arriva sempre qualcuno che si crede il “genitore dell’anno” e che emette sentenze rispetto alle esperienze di un altro?
Come questa persona in difficoltà può sentirsi accolta e capita?
Ho assistito a veri e propri massacri mediatici da parte di questi puristi dell’adozione, anzi per fare un po’ di coming out, l’ho anche subita ai tempi.
Questo atteggiamento porta un sacco di gente a chiudersi ulteriormente. Ad allontanarsi da qualsiasi confronto e soprattutto da qualsiasi sostegno che, per quanto etereo, sempre sostegno è.
Non siamo tutti uguali, non siamo tutti fortunati.
E per le cento adozioni che scorrono con le problematiche di una famiglia qualsiasi, ce ne sono 3 che si trasformano in fallimenti. Ce ne sono sempre di più che si ritrovano in difficoltà così forti da vivere periodi di enorme sofferenza.
Sofferenza che non va ignorata tramite il pensiero magico “a me non succederà mai” ne negata. Perché “non è possibile, siete voi che sbagliate tutto”. Ma che va accolta.
Altrimenti può trasformarsi in una sconfitta per tutti, coppia e figli e a lungo andare anche a questi gruppi di aiuto su web.
So che è difficile ascoltare qualcuno che sta vivendo situazioni forti.
Capisco che sia terrorizzante e non si vorrebbero neanche sapere perché spesso il sapere porta con sé la paura di ritrovarcisi. Ma se si decide di appartenere a un gruppo il cui scopo è quello di confrontarsi e sorreggersi questo atteggiamento va mantenuto sempre, qualsiasi situazione venga affrontata.
E nessuno venga a dirmi che ci sono alcuni che non vogliono sentirsi dire “la verità”, come mi è stato suggerito, perché ribadisco che non esiste una verità assoluta.
La mia verità non è la tua verità che non è la verità di un altro ancora.
Non si confonda la verità con il giudizio.
La gente non cerca giudizio.
Magari cerca solo condivisione,
una pacca sulla spalla,
un “mi dispiace e sento tutto il tuo dolore anzi il vostro dolore” e solo dove richiesto un “non so, io avrei provato così…”
Forse è proprio per questa ragione che mi sono messa a leggere qualsiasi cosa parlasse dell’argomento adozione. A studiare parte della psicologia legata all’argomento. Confrontarmi sempre con chiunque pur di approfondire la questione e poi dire e scrivere quello che penso. E grazie a Le Nuove Mamme ho trovato un canale per portare i miei pensieri a più persone.
® Riproduzione Riservata
Applausi incondizionati!!!
Grazi.
Siamo genitori adottivi di un ragazzo che oggi ha 15 anni e quando lo abbiamo accolto aveva 27 giorni. Nei primi giorni piangeva molto, era inquieto, ma pian piano si è tranquillizzato e oggi ha vari interessi come il disegno e la poesia, che cura abbastanza con buoni risultati. Frequenta con profitto l’istituto Artistico e spesso crea qualcosa usando materiale di risulta, come il cartone la plastica. Qualche tempo fa ci ha chiesto: Ma perchè il Signore mi ha messo nella pancia di una sconosciuta? Per quanto riguarda la richiesta della mamma di pancia di conoscere “suo” figlio, ritengo che non si possa generalizzare. Come prima cosa è necessario verificare se la madre di pancia sia una persona equilibrata e comunque sarebbe bene interpellare il Personale del Tribunale dei minori per supportrare la famiglia adottiva. Inoltre se nel momento in cui questa domanda arriva la famiglia adottiva vive un periodo complicato, cercare di far tornare il sereno prima di incontrare la mamma di pancia. In caso diverso è preferibile evitare che il figlio subisca un ulteriore trauma.
Gentile Paolo la ringrazio per la sua testimonianza. Felice che la sua sia una adozione riuscita, questo ci conferma che ogni percorso è a sé e che le adozione riuscite sono la maggioranza. Per quanto riguarda il resto lascio la parola all’autrice che è Sveva mammadicuore.
articolo serio ed efficace!.non esiste un’unica realtà…ed è vero che l’amore non sempre basta; è verissimo che ci sono momenti dolorosi per i più svariati motivi. non andiamo a salvare nessuno! e a volte questo qualcuno non vuole sentirsi come vittima che deve essere salvata. è un percorso ad ostacoli che vale la pensa di essere vissuto a che può mettere a dura prova.
Esatto… non andiamo a salvare nessun’altro che noi stessi.
Ciao Elisabetta,siamo genitori adottivi da un’anno e mezzo,di Igor,5 anni,proveniente dalla Russia.Dopo un mese e mezzo,abbiamo chiesto aiuto,eravamo nel caos piu’ totale,ma volevamo “questa famiglia” ad ogni costo,tutti ci davano di precipitosi,ci dicevano di aspettare….ma noi,testardi,abbiamo smosso le montagne,e alla fine quei” tutti”ci hanno dato ragione,ci hanno detto che e’ stata la nostra risorsa,e che Igor e’ un miracolo;ci hanno detto che la strada e’ ancora lunga,ma risolvibile,e questo ci basta,ci fa’ impegnare ogni giorno di piu,e i risultati per fortuna si vedono….perche’ non c’e’ niente di piu’ bello che vedere la Rinascita di tuo figlio,il sorriso sul suo bel visino,i suoi primi passi tremolanti verso la Vita che si merita,le sue braccia spalancate verso il cieloe sentirlo gridare:Evviva!,ma per arrivare a tutto questo ci vogliono tanti sacrifici,qualche caduta,e la forza dell’amore che non ti fa’ arrendere.
Credo che tenacia sia il secondo nome di noi genitori adottivi insieme però a sconforto, dolore e sfinimento.
Tutto verissimo: la consapevolezza del percorso che si sta per intraprendere è già il primo passo per partire bene. Le difficoltà nell’ado ci sono e tacerle fa male a tutti. Non c’è nessuno che è esente da questo rischio, oramai lo abbiamo capito da varie letture e statistiche: anche bambini arrivati neonati possono poi risultare adozioni difficili e senza le spalle larghe, senza la consapevolezza, senza una rete dietro non si va molto lontano. Sono i nostri figli e sapere cosa può succedere e dove trovare i mezzi per sostenere loro, noi stessi e le nostre famiglie fa la differenza. Brava!