Ultima modifica 19 Dicembre 2015
Oggi, mi limito a segnalarvi l’iniziativa dell’Ente per le adozioni internazionali, che tutti dovrebbero imitare per sostenere le adozioni internazionali. Tutti sappiamo dei costi esorbitanti che vengono sostenuti dalle coppie, per poter raggiungere i propri figli all’estero, così Ai.Bi. ha deciso di dare un’ulteriore mano a chi volesse intraprendere questo cammino.
Ad agosto dello scorso anno, Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. ha dichiarato durante la XXII Settimana di Studi e Formazione di Gabicce, provincia di Pesaro che: «dal 1 gennaio 2014, pagherà i costi della procedura adottiva solo chi potrà: l’associazione “Ai.Bi. Amici dei bambini” istituisce un fondo per l’accoglienza, per venire incontro alle esigenze delle famiglie con minori possibilità economiche.
Un costo uguale per tutti diventa un fattore discriminante tra ricchi e meno ricchi. Le famiglie devono poter pagare costi commisurati al reddito familiare, fino alla totale gratuità per precise categorie».
Amici dei bambini intende anticipare la riforma di legge, che tarda ad arrivare, e introdurre la gratuità delle adozioni, facendo affidamento solo sulle proprie forze. «Un atto di giustizia deve poter essere gratis e non c’è giustizia più grande che dare un papà e una mamma a un bambino abbandonato. Se tutti fossero convinti di questo, la gratuità delle adozioni per le coppie meno abbienti sarebbe già legge», prosegue Griffini; e continua, poi, dicendo che: «La gratuità delle adozioni è tra gli obiettivi recepiti nella proposta di modifica della legge 476/98, depositata su sollecitazione di Ai.Bi. a Palazzo Madama dal Senatore Aldo Di Biagio e alla Camera dai Deputati Mario Caruso e Khalid Chaouki».
Adesso, la proposta è in attesa di discussione da parte della Commissione Giustizia della Camera. «L’obiettivo generale è la riduzione dei costi delle adozioni internazionali», spiega Griffini. «Ma, intanto, vogliamo fissare un principio di civiltà. Perché un costo uguale per tutti diventa un fattore discriminante tra ricchi e meno ricchi. Le famiglie devono poter pagare costi commisurati al reddito familiare, fino alla totale gratuità per precise categorie. Ma niente furbetti. Le famiglie che chiedono di pagare meno della quota standard, dovranno accettare di sottoporsi a controlli scrupolosi sulle effettive possibilità economiche da parte dell’associazione».
Le procedure adottive hanno oneri che è impossibile abbattere. In attesa che il sistema Italia trovi una soluzione, Ai.Bi. ha istituito il proprio “Fondo dell’accoglienza”. Tale fondo viene alimentato da donazioni private e lasciti testamentari ed è gestito e utilizzato da Ai.Bi. per sostenere esclusivamente interventi correlati alla missione dell’associazione, ovvero il diritto di ogni bambino di essere figlio, con particolare attenzione a situazioni aventi carattere d’urgenza e a interventi che possono attenuare gli effetti della crisi economica in atto. Tra gli interventi finanziabili, c’è il sostegno, anche economico, a famiglie adottive e affidatarie con limitate possibilità economiche. «Non è ammissibile che una coppia rinunci ad adottare per mere questioni economiche», aggiunge Griffini.
«Ai.Bi. è un movimento di famiglie adottanti e affidatarie, e vogliono lanciare un’opportunità, facoltativa, per le famiglie adottanti più benestanti: esse potrebbero adottare il proprio figlio e scegliere di aiutare un secondo bambino a essere accolto da un’altra coppia. Un modo per trasformare la solidarietà in azione».
Quindi, un applauso ad Ai.Bi. per un’iniziativa che, speriamo, si trasformi presto in legge.