Ultima modifica 5 Febbraio 2021
Ti ho portato con me a ogni matrimonio.
A ogni altare raggiunto sei stato con me.
Eri con me, quando il padre di ogni sposa ha messo le mani della propria figlia dentro le mani di un uomo diverso da lui.
Ti ho portato con me nelle sale operatorie dentro cui sono caduta, quando mi hanno asportato un’appendice, una vena, quando mio figlio è scivolato da una provetta a me.
Ti ho portato con me il giorno della mia laurea quando, voltandomi tra le persone care, tu non c’eri.
Ti ho portato con me lungo ogni chilometro corso, nelle impronte lasciate dai miei piedi, nelle ombre delle miei mani.
Ti ho portato con me come una zavorra, come un pugno, come un peso. Leggero come l’aria di certe sere d’estate o come l’ironia di un film di Charlot.
Ti ho portato con me, con una scarpa e una ciabatta, dentro una macchina d’oro.
Ti ho portato con me giorno e sera, accompagnandoti tra i ricordi che ho di te, tra i difetti che da te ho ereditato, nella generosità che il tuo cuore mi ha lasciato.
Quando mi accadrà qualcosa, figlio mio, portami con te, come io porto il ricordo di tuo nonno.