Ultima modifica 3 Maggio 2016
Per mia figlia di 6 anni la Barbie è ancora un oggetto non ben identificato, ne conserviamo tre chiuse dentro un cassetto. Ogni tanto lo apriamo insieme e, mentre ne tiro fuori una, sbicio se nel suo sguardo incontro lo stesso stupore che avevo io alla sua età. Niente, Barbie “the icon“, al momento non le interessa proprio, e va bene così, ad ognuno il suo gioco, ad ognuno la sua avventura.
La mia avventura invece era proprio lei: la mia prima Barbie fu di colore, la scelsi in un negozio, me la comprò mia madre. Era il 1980, aveva gli occhi castani ed un’acconciatura riccia.
La mostra di Barbie al Vittoriano: il nostro racconto
Tanti i ricordi che ho rivissuto scoprendo la mostra di Barbie di questi giorni al complesso del Vittoriano.
Dopo il successo che l’esposizione ha avuto a Milano, si replica a Roma fino al 30 di ottobre. Barbie, l’icona degli ultimi 56 anni, presenta tutta la produzione realizzata dal 1959 ad oggi.
Barbie è un fenomeno globale di spessore sociologico e culturale che ha oltrepassato ogni confine. Una icona che ha varcato 50 nazioni e che ha rappresentato in tutte le versioni quello che la società è stata fino ad oggi.
Barbie: la storia negli anni
Quando nel 1959 l’azienda chimica Dupont crea il filato di Lycra, prende vita negli Stati Uniti la prima Barbie il cui modello di bellezza si ispira a quello degli anni 50: le dive Marilyn Monroe ed Elisabet Tayolr. Il primo trucco sul viso è influenzato da quello famosissimo di Erwin Blumenfeld che abbiamo visto su una copertina di Vogue degli anni 50 chissà quante volte. Inconfondibili gli occhi sfumatissimi di nero ed il rossissimo rossetto.
Nel ’60 l’outfit di Barbie diventa il cappottino con l’accessorio del cappellino abbinato in rosso di Jackie Kennedi. Nel 1969 arriva la Spanish Barbie, nel ’92 come omaggio alla caduta del muro di Berlino dell’89 esce la versione Barbie Freundschfts (Amicizia).
Dopo Toy Story 3 Ken è protagonista nel 2011 di una campagna pubblicitaria newyorkese per fargli riconquistare la sua storica fidanzata. Il 14 febbraio di quello stesso anno Barbie e Ken finalmente si riconciliano.
L’eleganza nero minimal della star Amy Winehouse che muore nel 2011, segna il ritorno al black code con una Barbie di rinnovata nera eleganza.
Barbie cambia con noi, si trasforma ed arriva perfino ad invadere le passerelle della Settimana della moda milanese per le collezioni primavera/estate del 2015 come protagonista della sfilata Moschino.
Cento persone tra designer, cucitrici, modellisti e stilisti sono necessari per creare abito e look per una Barbie.
Con Barbie tutto è possibile
La filosofia che ha sempre ruotato intorno ad un personaggio così è essenzialmente positiva. Le bambine giocando immaginano di poter fare qualunque cosa, di poter diventare delle donne con infinite possibilità, ricordiamoci di Barbie astronauta, prodotta niente di meno che nel 1965.
Questa passeggiata nella mostra, inevitabilmente ci porta indietro nel tempo, il percorso stana quelle sensazioni che erano nostre di quando eravamo bambine. Un’amica che era con me, dopo aver rivisto la vasca da bagno di Barbie, quella degli anni 70 che faceva le bolle, giura di ricordare il profumo del sapone…
Ci sono delle simpatiche postazioni touch screen per far giocare e per far conoscere Barbie a grandi e piccini; simpatico anche l’angolino posta in cui può essere lasciato un messaggio scritto per Barbie.
Informazioni utili
Il Biglietto costa 12 € ma c’è la riduzione famiglia a 10. I bimbi pagano 5 € (dai 4 agli 11 anni)
Complesso del Vittoriano – Ala Brasini – Via San Pietro in Carcere Roma
Orario : lun/gio: 8,30-19,30 ven/sab: 8,30-22,00 dom: 9,30-20,30
Graziana Le Donne