Ultima modifica 11 Aprile 2020
Difficile affrontare il tema allattamento. Anche se…
“Noi non veniamo dalle stelle o dai fiori, ma dal latte materno.
Siamo sopravvissuti per l’umana compassione e per le cure di nostra madre.
Questa è la nostra principale natura.”
A rammentarlo è il signor William Shakespeare.
Scusate se è poco. Shakespeare ci ha insegnato tanto sull’amore e che poeticamente esprime come il latte materno sia vita e sopravvivenza.
Non c’è un fondamento scientifico nella sua osservazione, ma si coglie quell’innata e meravigliosa potenza della natura, che ha creato tutto alla perfezione.
Ma se siamo così “perfetti”, perché stiamo ancora qui a domandarci quale sia l’alimentazione migliore per la mamma e per il suo bambino?
In una società evoluta sono entrate in gioco numerose variabili che condizionano questo atto apparentemente così naturale.
L’ età al momento della maternità, lo stile e il ritmo di vita, il lavoro, il supporto familiare, la propria alimentazione, i vecchi stereotipi mai aggiornati, il tipo di parto, il primo imprinting e contatto col bambino.
Nelle società meno evolute invece, allattare è un bisogno, un gesto naturale e automatico, in alcuni casi è la strada migliore per la sopravvivenza, e non hanno dubbi o alternative.
A livello culturale, l’immagine che abbiamo e che trasmettiamo ai nostri figli è quella dell’allattamento artificiale: tutte le bambole hanno sempre inclusi nella confezione biberon e ciuccio.
Sono rare le pubblicità in cui si vede una mamma allattare al seno il proprio figlio.
Biberon e ciucci sono il simbolo del neonato anche nei gioielli, alcuni prodotti per lo svezzamento vengono proposti già a partire dai 4 mesi di vita del bambino (senza dilungarci su tutte le questioni economiche che vi sono dietro)..
Ci sono molti aspetti da smuovere a livello culturale, nonostante ciò il cambiamento (che poi non è altro che un ritorno ad alcune delle abitudini che le nostre nonne/bisnonne avevano già molti anni fa) è in atto e le donne sono sempre più consapevoli delle loro potenzialità e più partecipi delle loro scelte.
Si, perché allattare è una scelta indiscutibile, della donna, della coppia e della famiglia.
E’ una scelta che prevede un percorso.
Un pensiero condiviso e ragionato, perché anche se apparentemente può essere innato e istintivo, è un atto impegnativo che richiede pazienza e presenza.
Ogni mamma e ogni coppia deve avere la libertà di riconoscere i propri limiti e potenzialità per starci e per intraprendere qualsiasi decisione. La collettività e i professionisti devono fungere da sostegno per la loro scelta avendo ben in mente il meglio, ma contestualizzandolo per la vita di quella famiglia.
In previsione di uno scambio di idee sul tema allattamento, mi sembrava doveroso premettere come l’importanza della libertà di scelta e del non giudicare siano fondamentali anche affrontando questo tema.
Spero possano nascere spunti di riflessione con cui confrontarsi e condividere i propri pensieri per sostenere tutte le mamme in questa meravigliosa avventura.
che post utile!!!