Ultima modifica 24 Agosto 2020
Durante la fase di allattamento, così come durante la gravidanza, una mamma non cessa di domandarsi se qualunque comportamento che riguardi il suo corpo possa, in qualche modo, nuocere al proprio bambino. Una preoccupazione più che sana e giusta.
Per questo motivo oggi mi piacerebbe dare alcune “dritte” per orientare una mamma ad un uso più consapevole di farmaci durante la fase di allattamento.
Importanza della prescrizione
Se l’utilizzo di un farmaco è controindicato o meno durante la fase di allattamento, in genere, questa informazione viene segnalata nella sezione “Gravidanza e allattamento” presente nel foglietto illustrativo – bugiardino – di ogni medicinale.
In ogni caso, anche dopo aver letto il foglietto illustrativo, è sempre consigliabile consultare un professionista, medico o farmacista, per bilanciare i rischi reali relativi all’assunzione di un determinato farmaco.
In altre parole, prima di valutare se sospendere l’allattamento per assumere un farmaco, o, al contrario, evitare l’uso di un farmaco per continuare l’allattamento, bisogna, attraverso l’ausilio di un professionista della salute, capire quale azione intraprendere.
Un discorso valido sia per i farmaci che hanno bisogno di una prescrizione medica, ma soprattutto per i farmaci da banco, che per loro natura, sono spesso assunti senza un adeguato consulto medico.
Farmaci sicuri nei dosaggi consigliati
I farmaci sono frutto di un attento percorso di sperimentazione. Un farmaco venduto in farmacia non può essere mai al di sotto di certi standard di sicurezza.
Perciò, anche se ribadito nelle istruzioni di assunzione, la raccomandazione principale, valida in particolare per le mamme incinte o per quelle che allattano, è sempre la stessa:
un farmaco va assunto solo nelle dosi e nei tempi indicati. Sempre.
In questo senso, cioè tenendo conto delle cautele appena accennate, va considerato che ci sono alcuni farmaci che, durante l’allattamento, si possono assumere con una certa tranquillità.
- analgesici e antipiretici: paracetamolo, ibuprofene, acido acetilsalicilico;
- farmaci per tosse o raffreddore;
- alcuni antibiotici: penicillina, eritromicina, cefalosporine;
- broncodilatatori: salbutamolo;
- la maggior parte degli anti-ipertensivi;
- antistaminici;
- antiacidi;
- integratori alimentari a base di iodio, ferro e vitamine;
- tutti quei farmaci che vengono somministrati direttamente ai neonati.
Alcuni trucchi… da mamma!
Nei casi in cui una mamma sia costretta ad assumere un certo farmaco, per ridurne il passaggio all’interno del latte materno può, ad esempio, cercare di assumerlo nei minuti immediatamente successivi alla poppata. Le ore che separano il neonato dalla sua prossima poppata dovrebbero essere sufficienti per l’organismo a smaltire principi attivi ed eccipienti.
Sempre nell’eventualità di un’assunzione “forzata” di un determinato farmaco è molto importante continuare a “tirare” il latte, anche se poi andrà gettato: questo per continuare a stimolare il seno ed evitare che l’organismo interrompa del tutto la sua produzione.
Ultimo consiglio: anche se è la mamma quella malata, quello che va tenuto sott’occhio è il bambino! Attenzione dunque ad eventuali manifestazioni che possano far sospettare qualche tipo di reazione non usuale.
Un Numero verde
Ancora dubbi o domande? Niente paura, per ogni ulteriore informazione si può contattare l’ U.O. Tossicologia clinica-centro Antiveleni degli ospedali Riuniti di Bergamo, tramite il numero verde 800 88 33. Dei professionisti del settore saranno a vostra disposizione per qualsiasi vostra esigenza.