Ultima modifica 21 Ottobre 2019
La settimana dedicata all’allattamento naturale sta volgendo al termine e non potevo non spender due parole su questo argomenti visto che sono pienamente a favore di questa pratica.
Quando sono diventata mamma per la prima volta ho frequentato il corso pre parto ma, se devo essere sincera, non ho prestato una grossa attenzione al discorso allattamento, perché ho dato per scontato che io mia figlia l’avrei allattata, visto che lo avevano fatto molte delle mie amiche e soprattutto le mie cugine perché non avrei dovuto farlo anch’io?
E di aver prestato poca attenzione me ne sono rammaricata in seguito quando, a nascita avvenuta, ho dovuto affrontare alcune difficoltà per cercare di dare alla mia bimba il mio latte.
Quando esci dall’ospedale non sei preparata a tutto, al nido ti danno un foglio dove sono indicate le quantità di latte artificiale da dare al neonato a seconda delle settimane di vita e tu pensi che se serve lo comprerai, ma proprio se serve!
Io sono arrivata a casa senza montata lattea (il latte sarebbe arrivato il giorno dopo) e con una bambina di poco meno di due chili e mezzo.
Mia figlia si è sempre attaccata bene (a detta delle ostetriche/puericultrici) ma anche nei giorni seguenti al nostro rientro il peso faceva fatica a salire pur avendo io deciso di perseguire l’allattamento a richiesta e la richiesta da parte sua avveniva molto spesso e ovviamente l’assecondavo. Però ciucciare la stancava parecchio e così dopo poco si addormentava e vani erano i miei tentativi di tenerla sveglia per fare in modo che la quantità di latte ingerito aumentasse il più possibile!
In tutto questo l’ospedale mi dava della “madre degenere” perché, secondo loro e secondo i percentili (che peraltro ho scoperto avere come riferimento i bambini americani che spesso sono in sovrappeso), mia figlia non stava crescendo a sufficienza e sicuramente stava “soffrendo”. La vita quotidiana però mi restituiva una bambina sempre in movimento e che dormiva veramente poco, pisolini di mezz’ora circa e poi sempre sveglia (come invidiavo quelle mamme che al parco dicevano: “mio figlio dorme sempre”). Ma il peso era sempre sotto media così come la crescita settimanale.
La pediatra che mi seguiva in quel momento non mi era di grosso aiuto perché mi spingeva verso un latte artificiale di una specifica marca e non di facile reperimento (pur vivendo in una città come Milano!) e di stimoli a continuare con il mio latte me ne dava ben pochi, fino a che un giorno mi disse: “Signora quando le mie figlie si attaccavano al mio seno usciva sangue, sono cresciute con latte artificiale e stanno benissimo!” E mi ha mandato a casa con l’ennesimo latte artificiale della solita marca pregandomi di ridurre le poppate con il mio latte a favore di quelle con questo latte.
Io ero distrutta psicologicamente, non sapevo cosa fare e a chi chiedere aiuto per capire se ero veramente una “madre snaturata” a voler continuare sulla strada dell’allattamento naturale e in più adesso ero anche senza pediatra!
Un pomeriggio, complice il maltempo, mi sono messa a cercare on line per capirne di più sull’argomento e mi sono imbattuta nel sito della Lega Latte.
Ho preso il coraggio a due mani e ho chiamato una consulente la quale ha ascoltato pazientemente la mia storia e poi mi ha detto: “Posso passare da te domani? ” Il pomeriggio seguente era qui, si è seduta a fianco a me e mi ha guardata mentre allattavo, in silenzio.
Al termine della poppata ha voluto guardare nella bocca della bimba e mi ha detto: “Credo di aver capito qual’é il vostro problema: la bimba ha il frenulo corto e così fa molta più fatica a ciucciare perché quando lo fa, pur attaccandosi al capezzolo in maniera corretta, non riesce a far uscire un’adeguata quantità di latte, non mollare e vedrai che, non appena la lingua completerà il suo sviluppo, avrai dei problemi a smettere”.
E avendo allattato fino a tre anni e qualche mese posso dire che lei aveva proprio ragione!
Laura Zampella