Ultima modifica 17 Maggio 2016
Uno scivolone di Papa Francesco sugli animali?
Non lo so, non mi sembra che abbia fatto questa netta contrapposizione fra l’amore per gli umani e quello per gli animali. E mi sbalordisce che la maggioranza del mondo animalista sia insorto contro le sue parole.
Lo dico da agnostica quindi con uno sguardo piuttosto distaccato benché questo Papa mi piaccia sicuramente di più degli altri.
Qualcuno ci ha visto un invito a lasciare da parte gli animali a favore del “vicino” sofferente ma non credo che il succo delle sue parole fosse proprio quello. Molti si sono precipitati a specificare che chi ama gli animali, ama sicuramente anche il suo prossimo… sì, a grandi linee mi trova d’accordo anche questo punto di vista.
Ho sempre sostenuto che comincio ad amare un pochino di più gli animali delle persone ma poi nella vita continuo a considerare persone ed animali degne di tutte le attenzioni che si meritano.
Mi però capita sempre più spesso di leggere storie su violenze, abbandoni di animali, trovare video sull’inaccettabile uso delle sperimentazioni scientifiche su di essi o sugli allevamenti intensivi dove gli animali vengono tenuti e trattati in maniera inimmaginabile finendo poi agli inneggiamenti di cacciatori che detesto ma anche di leggere i commenti di risposta a questi fatti leggendo parole altrettanto violente.
Emerge una violenza fortissima da entrambe le parti.
Sia chiaro, deploro e mi piacerebbe vedere in galera i responsabili di questi comportamenti ma mi sembra anche inaccettabile il tono di alcune risposte date. Credo che dalla violenza non ne venga mai niente di buono né per gli esseri umani né per gli animali.
Non mi piace leggere commenti carichi di violenza verbale buttati lì come se le parole fossero moralmente più accettabili di un agito.
Penso che l’abitudine alla violenza verbale impazzi in questa società e che ormai siamo tutti talmente abituati da non viverla più come una cosa inaccettabile.
La violenza genere solo altra violenza.
È però anche davanti agli occhi di tutti che si fa sempre più fatica ad amare persone che pensano sempre e soltanto al loro quadratino, che passano sopra senza pietà come degli schiacciasassi sugli altri appena qualcosa o qualcuno entra in questo spazio vitale.
Tantissima intolleranza, tantissimo egoismo.
Forse era questo che Papa Francesco voleva sottolineare. Forse voleva spronare a recuperare quella cooperazione e quella fratellanza che nel corso di questo ultimo secolo sono andati persi. Io sono comunque in realtà un poco sfiduciata rispetto a questa possibilità di recupero. Abito in un piccolo paese, così piccolo che ci si conosce tutti, eppure vedo delle spaccature e delle distanze cosmiche fra i suoi abitanti. Comportamenti fra umani che sfiorano l’assurdo, fatto di gelosie, ripicche e egoistiche prese di posizione che si autoalimentano nell’odio e nell’indifferenza verso l’altro se non nel comportamento doloso verso le persone che vengono reputate responsabili. E sono convinta che questo sia un atteggiamento generalizzato nel mondo.
Si cerca continuamente la pagliuzza nell’occhio altrui senza guardare la trave nel proprio… se la vogliamo dire alla maniera religiosa.
Poi però, tornando alle parole del Santo Padre mi folgora il pensiero (maligno, molto maligno) che siamo in pieno periodo di dichiarazione dei redditi e che potrebbe essere un modo molto sottile per cercare di far convogliare più 5xmille alla chiesa, fondi che teoricamente vengono devoluti a favore dei poveri, che alle onlus che si occupano di animali… insomma, come sempre alla fine sarebbe una banale questione di soldi.