Ultima modifica 6 Novembre 2015
Non posso oggi non dedicare qualche riga a mio padre. Oggi più che mai, in questa giornata, dove esattamente un anno fa un papà di tutti, Papa Francesco, ha preso ufficialmente sopra di sé tutto il “peso”, che un buon Padre di famiglia ha ogni giorno nei confronti dei suoi figli.
Se penso a mio padre, non posso non collegarlo a un amore assoluto, paragonabile allo stesso amore che ha avuto il Padre:
“…il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.” (Luca 15,20).
Credenti e non credenti non si può non rimanere affascinati dal racconto del Padre Misericordioso, che non chiede spiegazioni, ma ama e basta, ama e perdona.
Ogni volta che leggo questa parabola, non riesco a non domandarmi cosa farei io al posto di quel padre. Per quanto possa pensare di fare la cosa giusta, certamente non perderei l’occasione comunque di “educare”, magari dopo, in un secondo momento, in disparte, ma una “romanzina” educativa al figliol prodigo la darei. Invece…
Amare oltre, amare per quel che si è, non per quel che si fa, amare in silenzio, amare nel dolore, nella gioia, nella tristezza. Amare. Come San Giuseppe, che oggi appunto ricordiamo come il papà tra tutti i papà, che con il suo gesto di accogliere Gesù ha dimostrato tutta la forza del suo amore.
Credo che per ogni figlia il proprio padre sia l’eroe da cui farsi abbracciare.
Mio padre era tutto questo, il mio eroe, il mio confidente, le braccia a cui rifugiarsi, le marachelle alle spalle della mamma, colui che ama senza chiedere.
Grazie papà
Paola Bianconi