Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Decidere di trasferirsi in un paese che dista più di dieci ore di volo dal luogo dove hai sempre vissuto e conta una differenza di sette ore di fuso orario significa molte cose. tra le tantissime cose anche tentare di mantenere i legami affettivi e gli amici a distanza.
Amici a distanza, come mantenere vivo il rapporto?
Significa che difficilmente parenti e amici potranno venire a trovarti, perché per una vacanza simile dovranno mettere in preventivo almeno due (preferibilmente tre) settimane di ferie e i soldi necessari al volo, al visto, all’assicurazione sanitaria (meglio non rischiare dato che in Cina si paga tutto). Un ambiente diverso, cibo diverso, abitudini diverse. E non è per tutti.
Che nemmeno tu potrai tornare quando vuoi. Se ti va bene, due volte all’anno. Ma c’è chi può tornare una volta sola. E non è detto che in quel tempo limitato tu riesca a rivedere tutti.
Significa che devi fare sempre i conti col fuso orario e non puoi chiamare i tuoi amici a distanza quando ti pare e piace. E nemmeno loro possono farlo. Così, quella cosa divertente che volevi condividere con la tua migliore amica, devi aspettare di raccontargliela il giorno dopo, e magari te ne dimentichi.
E poi, vivere in Cina significa molte altre cose. Significa che la tua vita corre all’impazzata e ti ritrovi travolta in un dinamismo che cambia la tua mentalità. In Italia ti sembra tutto lento, obsoleto. La vita dei tuoi amici a distanza cambia poco. E, se lo fa, lo fa a ritmi rilassati.
E dopo qualche anno, se questo rapporto non si fondava su basi profonde, non hai più nulla da dirti. Sei troppo differente, sei diventato un outsider. Sentirli parlare della scuola dei loro figli, del nuovo negozio che ha aperto, della costruzione di una nuova strada in città non ti dice più nulla perché ti mancano i punti di riferimento, ormai non sai assolutamente niente della vita quotidiana nella tua città di origine.
E loro, per contro, sanno poco di come vivi in un paese particolare come la Cina e, sinceramente, dopo qualche anno si sono anche stufati di chiedertelo.
Quando Whatsapp ha cominciato a non funzionare più in Cina, mi sono sentita tagliata fuori dal mio vecchio mondo. La comodità di inviare pensieri e immagini in tempo reale se n’era andata (apparentemente per sempre). Ho cominciato a chiedere agli amici a distanza di scaricarsi WeChat (che invece in Cina va alla grande).
Qualcuno ha accettato entusiasta, qualcuno non ha voluto. Purtroppo non è la stessa cosa: in Italia non sono abituati a questa applicazione e si dimenticano di guardarla, i miei messaggi restano spesso a languire senza che il destinatario li noti. Questo fatto ha purtroppo falciato via una grossa parte della mia comunicazione con i vecchi amici.
I primi anni di espatrio, scrivevo decine di mail, lunghe e dettagliate. Poi il fatto di condividere i miei sentimenti sulla schermata di un computer e ricevere la risposta in differita ha cominciato a starmi stretto. E le mail a diradarsi. Ora ne scrivo davvero poche.
E quindi, chi è rimasto di questi amici a distanza?
È rimasto chi davvero conta, chi davvero ci tiene a restare in contatto.
Chi non si spaventa delle distanze, delle difficoltà. Chi ha sempre qualcosa da dirti. E ti manda decine di messaggi vocali raccontandoti la sua giornata, e quando li ascolti ti sembra di averlo accanto. Chi rivedi dopo sei mesi e riprendi il discorso come se ti fossi visto il giorno prima.
La distanza, dicono, è per l’amore come il vento: spegne i fuochi piccoli e alimenta quelli grandi. Credo che per l’amicizia valga lo stesso.