Ultima modifica 10 Ottobre 2019

Che bello avere gli amici vicino!
Si possono decidere le cose all’ultimo momento, ricevere inviti improvvisi, e si ha la sicurezza di avere sempre qualcuno che troverà un momento per te.

Va bene, ma io vivo all’estero, e forse le cose non vanno proprio così.

Amici cari, ma lontani

La situazione delle “amicizie” strette qui in Giappone meriterebbe un discorso a parte, che faremo presto.

Fin dai primi anni di scuola, all’università e nel “fantastico” mondo dei tanti lavori precari che hanno caratterizzato la mia vita fino alla laurea, ho avuto la fortuna di conoscere tante brave persone. Le conoscenze sono diventate amicizie con il passare degli anni, ma quello che per me è più importante, è il fatto che si siano rafforzate col tempo.

Queste persone preziose, però, non vivono in Giappone!

In un modo o nell’altro siamo rimasti in contatto, quando andiamo in Italia ci vediamo o cerchiamo di farlo, se vivono lontano dalla Sardegna cerco di andarli a trovare quando mi è possibile. E per tutto il resto del tempo ci affidiamo alla tecnologia moderna: smartphone con vari gruppi-chat, social network e semplici telefonate (se necessarie).

Ora, per quanto mi riguarda, gli amici lontani, quelli con la “A” maiuscola, non sono pochi. Sono persone molto diverse da me, e anche molto diverse fra loro, ma sanno dare qualcosa di importante, e – cosa fondamentale – sono presenti nei momenti del bisogno.
Parlarvi di tutti loro richiederebbe tempo e spazio, quindi oggi ho deciso di parlarvi solo di un gruppo in particolare, forse quello più longevo: i compagni di scuola delle elementari.

Ci incontriamo una volta all’anno, tutti gli anni.

Certo, si fa del nostro meglio per passare insieme più tempo possibile, ma quando la vacanza è finita si riparte perdendosi tutto il resto del tempo che si potrebbe passare insieme.

Leggo i racconti delle altre persone che vivono all’estero e mi sorprendo, perchè per molti l’amicizia è durata soltanto per il momento ci si frequentava.
Finita la scuola, o il lavoro, di solito ci si perde di vista!
Magari si fa del proprio meglio per ricostruire i rapporti, si mangia insieme o si fa qualsiasi altra cosa in gruppo, ma piano piano non si riesce più a incontrarsi, e allora l’amicizia finisce.

E allora mi chiedo che cosa abbiamo noi di speciale?

Perchè mai, i miei amici ed io continuiamo a frequentarci dopo tanti anni?

Prima di tutto, secondo me, dobbiamo ringraziare l’ambiente in cui siamo cresciuti.

La Sardegna, quando noi eravamo piccoli, godeva di una posizione particolare in virtù della sua insularità. Nel passato crescevamo al riparo dalle tentazioni delle grandi città, eravamo abituati a giocare insieme tutti i giorni e (forse si tratta di una caratteristica locale) eravamo abituati a parlare direttamente, a dirci tutto.
Poi siamo stati cresciuti da una splendida insegnante elementare (anche se immagino che molti non si troveranno d’accordo col mio giudizio): una donna di altri tempi, nel vero senso della parola (ha compiuto novant’anni all’inizio di quest’anno) che con la sua rigidità e qualche schiaffone, ci ha insegnato a essere delle brave persone.

Il resto è tutto merito di una di noi, una ragazza tenace che, insieme ad un’altra amica si è occupata di recuperare tutti noi e tenerci uniti.
Grazie alla sua opera instancabile abbiamo cominciato a incontrarci, a parlare attraverso internet, e a sentirci di nuovo un gruppo.

La vita prosegue per tutti,
qualcuno ci ha lasciato con molto anticipo, ma noi restiamo amici.

Ci siamo conosciuti tra il primo e il secondo anno delle scuole elementari, e tra poco raggiungeremo i quarant’anni di amicizia. Loro sono il mio porto sicuro, possiamo avere idee diverse su tanti argomenti, ma sapere che ci sono mi riscalda il cuore.
Insomma, forse sto scrivendo tutto questo anche per dire “grazie”.

Le mie amicizie in Giappone

Infine, mi sento di dire qualche parola a proposito di due persone che ho conosciuto solo di recente, e che purtroppo (per me) e per fortuna (loro) sono andate altrove. Complessivamente, non ho avuto belle esperienze con le altre italiane nei dieci anni trascorsi in questa parte del mondo. Quindi, quando ho conosciuto prima una, e poi l’altra, ero abbastanza disillusa: non mi aspettavo niente, forse temevo di provare altre delusioni.
Ma le cose non sono andate in questo modo: la prima mi ha restituito la fiducia in me stessa che era praticamente sparita (dopo tante fregature, non so voi, ma io avevo cominciato a pensare che il problema fosse mio).
La seconda invece aveva (e ha ancora) parecchi interessi in comune con me e quindi parlarle è sempre un piacere.
Come dicevo sono andate via, una addirittura in America, e l’altra a Tokyo.

Io mi sento sola,
ma ho imparato una cosa fondamentale:
le amicizie che contano non necessitano sempre di una lunga frequentazione.

Qualche volta capita di trovare una persona con cui hai parecchie affinità quando meno te lo aspetti. Quando vanno via, diventano amici lontani, ma se sono amici veri troverete sempre un modo per restare in contatto.

Vivo in Giappone dove insegno agli adulti che vogliono imparare la mia lingua, mi sono sposata e, quattro anni fa, è arrivato il nostro piccolino. Dopo di lui sono arrivate pure delle soddisfazioni sul lavoro, e ho cominciato a lavorare per un'università della zona in cui vivo.

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