Oggi voglio continuare a parlarvi di arteterapia nell’infanzia e come si sviluppa e a cosa può servire.
Lo studio delle odierne neuroscienze documentano come l’arte, la musica e l’espressione creativa, comunichino velocemente con il cervello e in un modo proficuo.
A partire da questo concetto/ premessa, possiamo sostenere che sia possibile arrivare al fondo dei problemi e al fondo di se’ stessi attraverso l’arte.
Questa disciplina ha esiti ottimi anche già dall’infanzia.
Spesso il lavoro grafico e pittorico, produce una presa di coscienza delle problematiche più velocemente che l’apporto linguistico.
Nell’infanzia prendere coscienza di chi si è, potenziare i propri talenti vuol dire combattere la disistima, l’ansia da prestazione e tutte quelle difficoltà riferite ad un “io fragile”.
In arteterapia tutto questo percorso si attua attraverso il divertimento e l’uso di materiali creativi chiaramente strutturati e finalizzati.
La creazione grafica del bambino è una “porta veritas”.
Quando gli si chiede di disegnare se stesso, lui si rappresenta come si vede nello stato emotivo e mentale indipendentemente dalla capacità grafica.
L’immagine di sé prodotta, porta tantissimi contenuti.
Parla di come si sente, di come si percepisce nel mondo, di come si coglie all’interno di una famiglia, all’interno di una nucleo e di una società, seppur piccola.
Da come il bimbo disegna se stesso si nota se si ritiene una persona di valore.
Se disegna la sua famiglia emerge la sua collocazione all’interno di essa e come gli altri lo percepiscono, se è valorizzato o escluso oppure non guardato per i suoi veri bisogni.
A questo punto L’arteterapia diventa una “terapia” quando aiuta a correggere a modificare l’io, potenziandone le risorse.
Essa diventa cosí una strada, un percorso per capire ed aiutare il bambino e in un certo modo “salvarlo” usando un metodo (l’arte) a lui immediato.
Ecco quindi perché è importante l’arteterapia nell’infanzia.