Ultima modifica 7 Aprile 2017

Se vi eravate perse la “prima puntata” del mio incontro con Baby Bazar leggete qui.
Oggi vi racconto la mia esperienza nel negozio di articoli per l’ infanzia di seconda mano a Varese.

Articoli per l’ infanzia di seconda mano. La mia visita a Baby Bazar

Ho sempre avuto un debole per la cultura del riciclo e del riuso.
L’idea che quello che i miei figli non hanno sfruttato appieno possa rendere la vita di altri più semplice (anche economicamente) mi gratifica.

Adesso che posso farlo con un “compagno professionista” mi piace ancora di più!

Baby Bazar è una catena di negozi che vende articoli per l’ infanzia di seconda mano che ho scoperto di recente, ma che sicuramente diventerà mio compagno di viaggio…

O meglio, è un punto di incontro tra chi decide di vendere vestiti, passeggini e altri articoli che si ritrova inutilizzati in casa e chi vuol comprarli.

Le regole sono poche e semplici. Io le ho seguite e ora vi racconto come è andata.

La prima cosa che ho fatto è stata la selezione. Vestitini, alcuni dei quali ancora con l’etichetta, un lettino da campeggio, un girello e un fasciatoio.

Erano tutti articoli per l’ infanzia di seconda mano della mia casa di villeggiatura. Per cui utilizzati pochissimo.
Dopo la selezione mi sono impegnata a lavare tutto, stirare l’abbigliamento, e organizzarlo per la vendita.
Una maglia blu di marca ha ancora una piccolissima macchia sulla manica, ma la metto ugualmente nel sacchetto, vediamo cosa dicono!

Poi sono andata nel Baby bazar di Varese.

300 metri quadri di esposizione. Con una bella rampa d’accesso per mamme “passeggino-munite”!
Un negozio molto accogliente, ordinato con personale gentile. (cosa che non guasta mai)

I negozi di articoli per l’ infanzia di seconda mano come Baby Bazar valorizzano gli oggetti che non servono in una casa per renderli utili una seconda volta in un’altra. E poter essere sfruttati ancora a lungo da altri bimbi.

Baby Bazar poi ha una politica mirata ad ottimizzare le vendite.
Adesso che è primavera ad esempio invita le mamme venditrici a portare nei punti vendita abbigliamento estivo. Oppure abiti da cerimonia, visto che siamo in tempo di comunioni. O ancora giochi da esterno, per l’arrivo delle belle giornate.

Così facendo gli articoli per l’ infanzia di seconda mano in esposizione sono sempre in linea con le stagioni.
E si evitano invenduti per colpa del tempo.

In questo periodo il punto vendita di Varese consente di andare per la selezione della merce senza bisogno di appuntamento.

Così mi sono recata con il mio bel carico, e una volta selezionati gli articoli da lasciare in esposizione ho compilato la mia scheda ed ottenuto la baby card gratuita. Con soli 2 Euro aggiuntivi ho richiesto la possibilità rimanere sempre connessa con Baby Bazar, in modo da poter controllare sempre lo stato di vendita dei miei oggetti.

Si, perché dopo che gli oggetti selezionati vengono messi in vendita da Baby Bazar, ogni venditrice può controllare tranquillamente da casa su internet lo stato dei suoi articoli per l’ infanzia di seconda mano.

Tutto perfetto. Hanno controllato i pezzi uno per uno, hanno stabilito il prezzo di vendita in base al mercato dell’usato, e poi hanno etichettato i miei prodotti. Tutti, tranne uno… il maglione blu.
Eh si perché quella macchia si vedeva bene, e giustamente non l’hanno accettato.

Già che ero li, ho fatto un giro nell’area dedicata all’abbigliamento… perché non si smette mai di fare shopping per i nostri figli, e visto che i prezzi erano veramente convenienti era davvero impossibile non approfittare.

Al momento del pagamento delle due camicie che ho acquistato per mio figlio mi hanno spiegato che una parte dell’incasso va al venditore e una parte rappresenta il loro guadagno.
Se il prodotto non viene venduto, la persona può tornare a prenderlo ( e poi magari riproporlo in un altro momento) altrimenti viene dato in beneficenza a enti del posto.

Un meccanismo che funziona benissimo. Tutto è controllato, gestito e organizzato alla perfezione.

Semplicissimo dunque. Io aspetto che finisca l’estate per un altro “carico”.
Questa storia del riutilizzo mi piace sempre di più!

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