Ultima modifica 3 Giugno 2021
Come ci si mette in ascolto delle emozioni dei bambini?
Pare una domanda banale eppure non lo è.
Molti adulti fanno fatica a porsi in una posizione di ascolto delle loro emozioni, alcuni non lo sanno fare, altri ne sono spaventati e non lo fanno.
Un buon ascolto dell’altro passa prima
di tutto attraverso
un buon ascolto di se stessi.
Quindi tutto comincia da bambini.
Se abbiamo avuto una figura di accudimento che ha saputo farci da specchio, che ha potuto verbalizzare i nostri vissuti, parlare delle nostre esperienze.
Se questa persona ci ha aiutato a capire ed interiorizzare gli stati d’animo provati, allora siamo stati fortunati. Dal punto di vista delle emozioni, quanto sopra rappresenta un ottimo allenamento.
Viceversa, se tutto ciò è stato difficile o impossibile, allora mettersi in contatto con se stessi diventa più complesso. Un qualcosa che si deve apprendere più lentamente o in modo più autonomo.
In entrambi i casi, porsi di fronte alle proprie emozioni, vederle, sentirle, provarle, capirle, resta un’esperienza unica ed arricchente.
Completato questo passaggio che richiede non poco tempo ed energia, sarà molto più semplice porsi di fronte all’altro, ad esempio ad un bambino, osservarlo, empatizzare con lui, comprenderlo.
L’ascolto delle emozioni di un bambino passa prima di tutto attraverso l’osservazione, dei suoi comportamenti, delle sue espressioni, dei movimenti, di tutto ciò che va oltre la parola.
In un secondo momento, entra in gioco l’empatia, ovvero quella competenza, più o meno innata, che permette ad una persona di mettersi nel panni dell’altra e sentire i suoi stati emotivi.
La comprensione, cioè l’ultimo passaggio, avviene poi in automatico.
Proprio perché si tratta di vivere metaforicamente assieme all’altro le sue emozioni, che a volte qualcuno può mostrare resistenza, esserne preoccupato, sentire di non essere abbastanza equipaggiato per l’esperienza.
Le emozioni possono spaventare, tanto più quando non si conoscono, non si sanno gestire o affrontare, non si comprendono.
Per questo motivo, un buon ascolto ricevuto da piccoli consente un ottimo ascolto dell’altro nell’età adulta, permettendo in tal modo il passaggio dell’eredità emotiva da una generazione all’altra.