Ultima modifica 6 Novembre 2015
Samuele Caruso ha ucciso.
Ha ucciso la sorella della ragazza che non lo voleva, quella con la quale era uscito poche volte, con la quale aveva avuto una storiella per lei senza portanza e che lo ha lasciato.
L’aveva più volte cercata, seguita, lei non aveva dato eccessiva importanza al suo fare, lui, in fin dei conti, non era mai stato violento, geloso si, geloso della sua straordinaria bellezza, ma null’altro.
Quella sera lui si era appostato nel portone di casa e, prima, si era accanito contro la sorella uccidendola e poi aveva rivolto la sua attenzione a lei ferendola con il suo coltello a serramanico,ma disturbato, non è riuscito a portare a compimento il suo progetto e Lucia si è salvata.
E vive con il rimorso di non aver capito, di aver frequentato, anche se solo per breve tempo, il suo assassino, se la sorella è morta e lei è viva, se….
Ma lui non pagherà con l’ergastolo, la nostra legge gli consente di chiedere e ottenere il rito abbreviato, anche se è chiaramente colpevole, anche se è stato colto in flagrante, anche se è un delitto senza motivo, senza nessuna attenuante, lui non aveva e non aveva mai avuto rapporti con la fanciulla di 18 anni che ha accoltellato uccidendola.
Il rito abbreviato è nato per accelerare i processi, per dare una sorta di credibilità alla giustizia, per dare una mano ai giudici, ma ha con se un grave, gravissimo difetto, non tiene in alcun conto la vittima, la parte offesa, è facoltà esclusiva dell’ indagato, colpevole o meno, di richiederlo e, purtroppo, lo richiede soprattutto quando è grande l’evidenza della colpa, quando è indubbia la condanna e, quind,i diventa un escamotage per ridurre la pena non potendo negare la colpa.
Ricordiamoci che l’applicazione del rito abbreviato riduce della metà la pena e i condannati, possono, a buon titolo sperare di cavarsela con pochi anni, utilizzando sconti e sconticini, amnistie o condoni, buone condotte o quant’altro e, senza avere percorso un cammino di pentimento ed espiazione e ritornare a vivere da uomini liberi, loro mentre le loro vittime, private di voce dalle leggi, giacciono tre palmi sottoterra.
È inutile indire giornate commemorative in ricordo e contro i femminicidi, sono inutili dibattiti, talk show e quant’altro, inutili le parole pronunciate con frasi di circostanza e volti commossi (?) dei potenti o giudici di turno.
Fermatevi e pensate, ma e soprattutto date voce alle vittime.
E non solo dopo morte, aiutatele prima, credetele!!!