Ultima modifica 17 Luglio 2018
Domani 15 gennaio in 300 sale in tutta Italia esce “Asterix e il Regno degli Dei“, la trasposizione cinematografica in 3 D del XVII fumetto dei galli ribelli del 1971, che ho visto in una fredda sera di dicembre in anteprima con i miei gemelli di 7 anni.
“Sono pazzi questi galli!”
Esattamente il contrario del solito slogan del fumetto “Sono matti questi romani!” è il motto della pellicola. Non ve lo nascondo come sempre noi romani ci facciamo una ben magra e meschina figura. E’ consolante che questa volta i galli non ci facciamo proprio una bella figura per poi riprendersi alla fine.
Sono talmente pazzi, che oltre a rimanere l’ultimo villaggio nell’Armorica , l’odierna Bretagna, a resistere ai Romani, sono anche gli unici Galli che provano a diventare come i Romani. In toto, vizi compresi.
La trama
Giulio Cesare ha l’IDEA per conquistare il villaggio di Asterix ed Obelix: niente armi o centurioni ma palazzi ultima moda e agi della nobiltà romana per affascinare il nemico e vestirlo da amico.
Anzi “romanizzarlo”.
Insomma Roma esporta la civiltà, e l’ispirazione all’America che ha esportato il suo modello culturale in tutto il mondo è evidente.
E così accanto al villaggio dei Galli, sorge un complesso megaresidenziale con tutti gli agi e i disagi del megacondominio. Comprese le mille pratiche burocratiche e i vicini “caciaroni”.
Come finirà?
I Galli cederanno o resteranno attaccati al loro modello sano di vita?
Vi lascio alla suspence di un finale non sorprendente ma avvincente comunque dove la tematica della mondializzazione e della valorizzazione della territorialità o “glocal” si scontrano e si incontrano in una transposizione animata non priva di interesse.
Asterix e Obelix moderni
Noi lettori dei fumetti siamo abituati a vivere Asterix e Obelix come il vincente e il forzuto non brillante, come duo inscindibile nella vittoria contro i centurioni, invece nel film le due figure sono approfondite in senso moderno.
Asterix rimane lo stratega della coppia ma fornita di un’amarezza di fondo sicuramente legata ai 40 trascorsi dal fumetto, fedele a se stesso, ma un pò più cinico e melanconico nei confronti di un popolo che lo tradisce, apparentemente.
Obelix diventa una specie di Ercole buono nei confronti del bambino romano, ma privo del “sentimentalismo all’americana” come afferma il produttore Louis Clichy, e prosegue “nonostante il tocco di realismo dato alla grafica abbiamo conservato i personaggi classici intatti”.
La recensione
Il film è adatto ai grandi che tornano bambini perchè ricordano i fumetti nati nel 1959 e sviluppatesi fino alla fine degli anni 70. Non è un film per i più piccoli che si possono divertire in alcune tipiche gag dei centurioni romani, sempre imbranati, ma non coglierebbero le tematiche principali del film.
Diamo un’occhiata al trailer.
La grafica in 3D e l’utilizzo delle ultime tecniche di design rendono il film visibile in tutta tranquillità senza alcuna alterazione “moderna” ai lineamenti dei personaggi.
Ve lo consigliamo per un paio d’ore in famiglia.
Certo noi romani non ne usciamo proprio bene, compresa la strascinata parlata, però è anche un’occasione per riderne insieme e magari approfondire la storia dell’Impero con un sorriso.
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