Ultima modifica 2 Aprile 2019
Durante questi anni di lavoro, potrei dire che nel tempo, ho costruito dentro di me, come una sorta di galleria d’arte, dove ho racchiuso e raccolgo opere dal valore inestimabile.
Sono opere uniche e ineguagliabili, sono i bambini che ho incontrato sul mio cammino, ognuno dei quali ha lasciato dentro di me la sua traccia, il suo segno inconfondibile.
Proprio da quelle che definivano “opere insignificanti” perchè non esternavano con le parole il loro mondo segreto, posso dire di aver imparato di più.
I bambini autistici, fanno spesso parte di questo mondo segreto e silenzioso, ma è molto più ricco di quello che si possa credere.
Fa male pensare a quanta indifferenza ci sia, rispetto a ciò che non si riesce a comprendere.
Il termine AUTISMO è entrato a far parte del nostro vocabolario comune e viene spesso usato impropriamente per definire bambini che assumono comportamenti giudicati anomali, come la tendenza a isolarsi o difficoltà a interagire con il mondo che li circonda.
Ma quello che appare come un insieme di sintomi, perchè il significato di sindrome è questo: riesce a spiegare una costellazione di stelle, un universo di cui questi bambini sono fatti? Dubito, fortemente dubito, non riesco a stare dentro alle etichette, anche perchè non ho mai conosciuto un bambino autistico uguale ad un altro e sono proprio queste differenze che determinano il loro valore unico.
E’ vero non è facile parlare dell’Autismo infantile e suoi sintomi, per tanti motivi.
So bene che si tratta di un vero e proprio incubo per molti genitori.
Fa molta paura il pensiero che il proprio figlio sia autistico o sia penalizzato da una delle tante forme appartenenti alla famiglia dello spettro autistico.
Spesso questa paura induce a rinunciare, inconsapevolmente, a cercare di capire e vederne i campanelli d’allarme.
Ma nascondere la testa sotto la sabbia, non ci aiuta a risolvere, perché agendo in modo precoce, entro i primi 3 anni di vita del bambino, si può fare molto per alleggerire la gravità del problema e aiutare il piccolo a gestire nel modo migliore il suo disturbo.
D’altra parte, esistono molti pregiudizi sulla sindrome autistica e sono forse questi a generare ancora più paura.
Ad esempio si pensa che i bambini autistici non siano in grado di provare emozioni o che sono in grado di provarne in modo modesto, questo non è assolutamente vero.
In questi bambini ritroviamo alti livelli di ansia, numerose paure, manifestazioni di rabbia e collera, tristezza, gioia, felicità.
La presenza di un mondo interiore emotivamente molto ricco e turbolento si rende evidente già dai racconti o dai disegni che, a volte, questi bambini riescono a fare.
Io credo profondamente che essi siano un dono che si rinnova ogni giorno.
E’ come incontrare ogni volta un piccolo bruco e tu non sai mai prima, in quale farfalla si trasformerà, di quali splendidi colori riempirà i tuoi occhi.
Lo puoi scoprire soltanto standoci accanto, osservando senza pregiudizio, non sei tu a dargli forma o colore, tu devi solo permettere che lo faccia, con i suoi tempi e i suoi mezzi.
Ed è stato proprio uno di questi piccoli bruchi che mi ha ispirato questi pensieri che aggiungo qui di seguito, sperando che possano servire ai genitori che accompagneranno il loro volo.
Essere come Sono.
Sono un piccolo bruco, sono qui rinchiuso nel mio bozzolo,
vorrei poter uscire per librare il volo.
Vorrei poter cantare la mia melodia, che non è silenzio,
ma un universo che tu ancora non hai esplorato…
Vorrei poterti mostrare il mio piccolo, grande cosmo…
Ti meraviglieresti della sua vastità
e dei suoi sfolgoranti colori…
Vorrei…ma non posso, schiudere le mie ali
e mostrarti tutto l’amore racchiuso in questo mio piccolo cuore.
Ma tu sai già tutto vero mamma?
Conosci i miei silenzi che sono soltanto,
lo specchio mal funzionante di ciò che sono…
Un riflesso distorto di me, di ciò che sono
e di ciò che sarò.
Tu lo sai mamma, tu sai sempre tutto,
sono gli altri che non sanno, rinchiusi nella loro incomprensione,
nel loro distacco e nella loro accettazione mancata.
Spavento tutti, con il mio universo sconosciuto,
eppure io sono più vero/a, nella mia “Disabilità”,
che tante persone, nella loro “Normalità”.
L’uomo che va nello spazio, che vuole conquistare Marte,
che ha raggiunto la Luna; paradossalmente,
è terrorizzato, dal mio mondo…
Allora…Inizia il viaggio e porta con te, un bagaglio vuoto,
perchè, quando sarai tornato dal tuo viaggio,
nel mio universo…la tua valigia, sarà piena del mio sogno….
Sabrina