Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Quando si parla di rapporto genitori-figli all’estero viene sempre fuori qualcosa di curioso, in un senso o in un altro, perché i rapporti familiari “all’italiana” sono qualcosa di unico, nel bene e nel male.
L’Austria fa parte di quell’area del’Europa centro-settentrionale in cui i bambini vanno a scuola da soli, i ragazzi escono di casa a diciotto anni e le famiglie non si ritrovano a pranzo coi nonni tutte le domeniche.
Può sembrare un quadro piuttosto freddino, soprattutto per chi vede i rapporti familiari in quell’ottica tipica del sud Europa, che considera la famiglia come un clan, un nucleo quasi indissolubile, che rimane inalterato anche nel corso degli anni e delle generazioni.
In realtà è sempre una questione di punti di vista, e qui in Austria si parte da due grandi e importanti concetti: autonomia e indipendenza.
La società austriaca spinge il bambino all’autonomia sin da piccolo; semplificando, si può affermare che la mamma locale sia molto poco apprensiva: non si fa problemi a portare il neonato imbacuccato sulla neve a -10°, a lasciarlo in braccio al papà che gli fa fare una piccola discesa sugli sci, a farlo scorrazzare nei prati fangosi in stivali e maglietta nelle mezze stagioni (proprio quando le mamme italiane temono di più il raffreddore!), e a lasciarlo libero al parco senza asciugargli il naso che cola ogni cinque minuti (pare che qui le stalattiti verdi penzolanti dai nasini non diano fastidio a nessuno!).
Ma non sono solo le famiglie a incoraggiare l’autonomia dei bambini, sono anche gli asili nido e le scuole materne: le piccole cose sono le più importanti, come vestirsi e svestirsi da soli, apparecchiare e sparecchiare, e soprattutto scegliere in completa libertà l´attività da intraprendere e come muoversi all’interno di locali e giardini.
Inoltre, in Austria non esiste una legge sull’età minima in cui il bambino può rimanere da solo, vi sono solo delle indicazioni, che suggeriscono di non lasciare mai completamente fuori dalla visuale il bambino sotto i tre anni, di spingerlo a giocare anche da solo per piccoli lassi di tempo dai tre fino ai cinque anni, e di poter cominciare a lasciare solo il bimbo a partire dai sei anni di età, per un lasso di tempo iniziale di 15-20 minuti, per poi aumentare negli anni. Per questo motivo normalmente i bambini austriaci vanno a scuola da soli già in prima elementare.
Se da un lato il sistema austriaco è totalmente rivolto a incoraggiare autonomia e indipendenza sin da piccolissimi, dall´altro svolge un’importante azione equilibratrice, permettendo alle madri lavoratrici di poter dedicare tempo ai figli e alla famiglia.
Infatti, la quasi totalità di queste ultime, ha un contratto part-time, che permette loro di trascorrere coi figli tutti i pomeriggi.
Inoltre, la maternità in Austria va da un minimo dei 12 mesi di vita del bimbo a un massimo di tre anni, ai quali vanno aggiunti 6 mesi di congedo di paternità. Tutti questi fattori non possono che influire positivamente sugli equilibri familiari.
Grazie al maggiore tempo a disposizione, le famiglie austriache trascorrono molto tempo insieme, e qui in Tirolo tanto di questo tempo è dedicato allo sport. A seconda delle stagioni, è facile vedere tante e numerose famigliole in bicicletta, sugli sci, a slittinare, o a camminare in montagna. Quello che ho notato, è sicuramente la minore esigenza di condividere il proprio tempo con gli amici; solitamente, i bambini si ritrovano con gli amichetti durante la settimana, invece il weekend piu´ di rado, quando il tempo viene quasi sempre dedicato solo alla famiglia.
Una nota importante nel rapporto genitori-figli in Austria è sicuramente il ruolo del papà: come detto, sin dalla nascita il padre viene coinvolto attivamente nell’accudimento del figlio attraverso il congedo di paternità, e questo coinvolgimento continua quando i figli crescono: vedere i papà che scorrazzano dappertutto i bimbi è la normalità, grazie anche agli orari di lavoro sicuramente non proibitivi!
Riguardo all’adolescenza, non ho idea di come se la passino i genitori da queste parti, credo che in un certo senso durante questa fase cosi terribilmente lunga e delicata della vita tutto il mondo sia un po´paese.
Mi stupisce leggere che sei di Modena e scrivi certe cose. Io sono del Piemonte con genitori veneti ed emiliani…quando ero piccola andavo a scuola da sola, e non ho mai fatto un solo pranzo con i nonni la domenica…quella giornata, da piccola la trascorrevo insieme ai miei genitori, facevamo sempre delle gite insieme. Toh, proprio come gli austriaci!
Sul serio, non ho mai conosciuto nessuna famiglia che si trovasse a pranzo con i nonni tutte le domeniche, è un’abitudine più del sud Italia (e ho tanti amici emiliani, la loro vita è come la mia), e ciò che scrivi a me non sembra freddino, mi sembra la normalità…
Il Piemonte e già “Europa”….
Vieni dall’Emilia Romagna in giù è tutta un’altra storia….
…poi scopri, all’improvviso, che la figlia sedicenne si droga e che deve seguire corsi di “recupero” in cliniche specializzate! Scopri che la madre “non se ne accorge in tempo” e…accusa il padre di non si sa che…Scopri che il padre, separato, viene a conoscenza della situazione da un’assistente sociale,dopo che per 10 mesi non vede la figlia e nn ha rapporti di alcun genere.Scopri anche che la ragazza potrebbe valersi di alcuni “diritti”, quali andare ad abitare da sola (16 anni !!!). Questa è l’Austria e queste sono le mamme austriache che lasciano liberi i propri figli e “rispettano” la loro privacy… Bella autonomia!